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domenica 10 marzo 2013

Sciame sismico del Gran Sasso: un analisi della Fondazione Giuliani


Nella giornata di oggi, il sito della fondazione Giuliani, pubblica un analisi sullo sciame sismico che sta interessando la zona del Gran Sasso, la riportiamo integralmente.
“Nella zona del Gran Sasso, Abruzzo, al confine fra le provincie di L'Aquila e Teramo dove nelle ultime settimane sono 105 i terremoti registrati e molti di questi distintamente percepiti dalla popolazione.
Tutto è cominciato la notte fra il 16 e 17 febbraio quando alle ore 02:00 la terra trema con una scossa di M 3.7 che con molta probabilità è stata innescata dalla scossa ben più forte di M 4.8 avvenuta 84 Km più a Sud e precisamente a Sora in provincia di Frosinone. Tutta la zona aquilana è sismicamente molto instabile a seguito del fortissimo terremoto di quattro anni fa quando un evento di Mw 6.3 sconvolse decine di comuni lasciando alle spalle 309 vittime e gravissimi danni ancora oggi visibili. A seguito di questo violento terremoto altri focolai si sono ripetuti nei mesi successivi anche nella zona di Montereale (AQ), Pizzoli (AQ), Amatrice (RI), Posta e Borbona (RI), lo stesso Sorano (FR), la Valle del Salto e Borgorose (RI) e L'Aquila città dove molto spesso il terremoto si fa risentire. Nel 2012 tutta la catena Appenninica è stata interessata da movimenti tellurici che hanno investito l'intera penisola dalla Calabria fino alla Garfagnana passando anche per l'Appennino Umbro-Marchigiano che rimane la zona più sollecitata degli Appennini. Ricordiamo infatti molti terremoti con magnitudo maggiore del quarto grado Richter oltre a quelli dell'Emilia e del Pollino che hanno toccato e abbondantemente superato la M 5.0. Una crisi sismica iniziata nel 2009 le cui cause vanno ricercate nelle zone più profonde di subduzione della Placca Africana che continua ad immergersi sotto quella Eurasiatica spingendo con forza gli Appennini verso i Balcani e più a Nord verso le Alpi soggette a terremoti importanti avvenuti dal Friuli al Piemonte toccando anche il Veneto, il Trentino, la Lombardia e la Valle D'Aosta.
Terremoti di una certa rilevanza sono stati registrati anche nei Balcani che sono direttamente collegati con le nostre strutture. Attività che volgarmente piò essere definita "normale" in quanto le terre si muovono da sempre, seppur con movimenti millimetrici, e che con il passare dei millenni, piuttosto che milioni di anni, hanno disegnato la Terra così come oggi la vediamo, con i suoi mari, gli oceani, i laghi, le montagne e le vaste pianure”.
(tratto da: http://www.fondazionegiuliani.it)

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