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domenica 17 febbraio 2013

Giulianova: proiezione del documentario “Kinski, il mio nemico più caro”


Domenica 17 febbraio alle ore 21,45, presso il Circolo virtuoso Il nome della Rosa di Giulianova Alta, proiezione del documentario “Kinski, il mio nemico più caro” (1999) di Werner Herzog. A cura di Roberto Iaconi.
Nel documentario/intervista di Tonino Zangardi, Io, Nanni Moretti(2002), il regista Palma d'oro a Cannes per La stanza del figlioracconta un episodio avvenuto durante le riprese di Palombella rossa(1989): per dare un pugno (vero già nelle intenzioni) a un avversario pallanuotista, l'interprete di Michele Apicella si rompe un mignolo che verrà steccato nella notte al pronto soccorso; il mattino seguente Nanni Moretti torna sul set con il dito libero da qualsiasi fasciatura, il film naturalmente deve continuare...
Kinski - Il mio nemico più caro, oltre a essere, come suggerisce il titolo, un film che vuole ritrarre la controversa figura dell'attore scomparso nel 1991, svela anche un attributo essenziale per fare cinema che a Werner Herzog (1942), come a Moretti, certo non manca: la disponibilità a rischiare la propria pelle per una passione, a mettersi in gioco completamente, senza limitarsi a eseguire. Per realizzareFitzcarraldo (1981), ad esempio, in Perù era prevista la ripresa di una scena sul fiume Urubamba nel momento in cui la violenza dell'acqua, salita di circa dieci metri, avrebbe provocato la totale instabilità e ingovernabilità del battello; parte della troupe, cosciente del pericolo, accettò comunque di salire a bordo per girare la scena. L'operatore, sbalzato via da un urto violento, si aprì la mano, sotto il peso della macchina da presa, tra l'anulare e il mignolo. Cicatrici in testa, piedi insanguinati, serie minacce di morte e suicidio costituiscono l'essenza del racconto di Herzog, prezioso per capire come sia doveroso realizzare film senza imporsi, in partenza, alcun limite. Sinceri e sentiti tentativi di compiere, come lo stesso personaggio di Fitzcarraldo, delle imprese, e non solo cinematografiche; imprese, nel caso di Herzog, rese ancora più ardue dagli imprevedibili comportamenti di Kinski, un "egomaniaco" in grado di trasformarsi in gentiluomo con le colleghe.
Herzog intraprende un viaggio "sulle tracce del passato", torna sui luoghi dei suoi cinque film che hanno avuto come protagonista Klaus Kinski, ma anche laddove la loro vita fuori dal set si è incrociata; tanti episodi dell'epoca sono condizionati e quasi dominati dagli scatti d'ira (per usare un eufemismo) dell'attore, spesso incapace di scindere la totale identificazione nei ruoli assunti nella finzione dal comportamento a macchina da presa spenta. Non a caso prima dei titoli di testa ecco un Kinski che, in occasione di una tournée teatrale, si autoproclama di fronte al pubblico il vero Gesù, un Gesù autoritario e incompreso. Kinski - Il mio nemico più caro è una continua alternanza di amore e odio tra passato e presente, complimenti e abbracci si contrappongono a insulti e offese, e per lo spettatore tutto avviene senza mai dimenticare una frase che Herzog ha detto a Kinski: "...il film è più importante dei nostri sentimenti personali, ed è più importante di noi stessi."
Il finale nostalgico di questo intenso saggio per immagini segna l'apice della schiettezza e del dinamismo che attraversano tutte le inquadrature rubate durante i vari backstage dei film in questione.

Fonte: Effettonotteonline.com

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