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lunedì 10 dicembre 2012

Teramo: prima assemblea del movimento “Cambiare si può”


Il movimento “Cambiare si può” Abruzzo invita la cittadinanza all’assemblea pubblica provinciale organizzata per il 13 dicembre alle ore 20,30 presso la Sala del Mutilato in Piazza Dante Alighieri a Teramo, il comitato organizzatore presentando l’assemblea, lancia un appello:
“Il Paese è oramai allo sbando. Il desiderio partecipativo di milioni di cittadini si emargina e crescono rassegnazione e ribellismo, rabbia e adesione a proposte populiste. Il modello sociale europeo soccombe a una concezione dell’economia che non lascia spazio alla politica. Si accoda a questa visione il Partito democratico con il suo appoggio al moribondo Governo Monti sulle politiche fiscali, del pareggio di bilancio in Costituzione, della riduzione delle tutele del lavoro, del sostegno alle grandi opere, dell’aggiramento dell’esito referendario in favore dell’acqua pubblica. Ma esiste un’alternativa che si fonda sulle promesse di civiltà contenute nella nostra Costituzione: il diritto/dovere al lavoro, il diritto alla sufficienza del salario per un’esistenza libera e dignitosa. Occorre, però, una cultura politica nuova che includa nelle discussioni e decisioni pubbliche la partecipazione attiva; perché si attuino i principi costituzionali della partecipazione, del decentramento, della Repubblica delle autonomie. Occorre un’alternativa che guardi a un mondo diverso, in cui si rispetti l’ambiente, siano valorizzati i beni comuni, si pratichi l’accoglienza.
L’elenco delle cose da fare per le quali vale la pena di unirsi e combattere una battaglia unitaria anche partecipando alle elezioni, è compreso nell’appello nazionale con cui si è aperta l’assemblea romana del 1° dicembre scorso. Esso si orienta, fra le altre, verso alcune direzioni principali come la costruzione di un’Europa dei popoli; un’economia per il rilancio dell’occupazione con migliaia di piccole opere di evidente utilità collettiva; un’imposizione fiscale estesa ai patrimoni e alle rendite finanziarie nonché alle proprietà ecclesiastiche; un reddito di cittadinanza; interventi a sostegno dei presìdi dello stato sociale; il ripristino delle tutele fondamentali del lavoro e dei lavoratori; l’investimento a favore della scuola e dell’università pubblica, a sostegno della formazione, della cultura, della ricerca e dell’innovazione; il pieno riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere dal genere e l’accesso alla cittadinanza per tutti i nati in Italia; una reale azione di contrasto dell’evasione fiscale e della corruzione; il ritiro da tutte le operazioni di guerra e l’abbattimento delle spese militari; la definitiva rinuncia alle grandi opere (a cominciare dalla linea Tav Torino-Lione e dal ponte sullo Stretto); l’abrogazione delle leggi ad personam (che sanciscono la disuguaglianza anche formale tra i cittadini); la previsione di un tetto massimo per i compensi pubblici e privati e l’azzeramento delle indennità aggiuntive della retribuzione per ogni titolare di funzioni pubbliche.
Necessita, per quanto detto, la costituzione di un polo alternativo agli attuali schieramenti, con uno sbocco immediato anche a livello elettorale, che parta dalle recenti mobilitazioni: dalla pace ai referendum. È questo il senso della campagna “CAMBIARE SI PUÒ! NOI CI SIAMO”, nella quale abbiamo deciso di impegnarci con l’obiettivo di presentare alle elezioni politiche del 2013, ma anche alle regionali e amministrative locali, liste di cittadinanza politica, radicalmente democratica, alternativa all’agenda Monti (e a chi la erediterà), alle politiche liberiste che la caratterizzano e alle forze che la sostengono”.

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