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giovedì 13 settembre 2012

Impianto a biomasse a Colonnella: Interviene l’assessore Provinciale Marconi


Sulle recenti polemiche riguardanti il progetto di un impianto a biomasse a Colonnella – previsto nell’area industriale nel sito dismesso dalla ex Italiana Manifatture – è intervenuto questa mattina l’assessore provinciale all’Ambiente per quello che lui ha definito un “atto dovuto nella consapevolezza del ruolo pubblico che ricopro considerato che il mio comportamento è lineare e trasparente e che siamo di fronte ad un’operazione di disinformazione e strumentalizzazione”.
“Si è parlato in maniera sconsiderata di questo impianto paragonandolo ad un inceneritore – ha sostenuto l’Assessore - invece tengo a sottolineare che si tratta di una tecnologia innovativa, sostenibile sia da un punto di vista ambientale che sociale. Soprattutto chi fa politica dovrebbe smetterla di ingenerare paure e angosce nei cittadini in maniera del tutto strumentale per una pura logica di parte. Quella stessa logica che sta provando ad infangare la mia reputazione con informazioni inesatte”.
Marconi ha, quindi, fatto notare che proprio ieri, sul Corriere Adriatico, l’assessore regionale all’Energia e all’Ambiente, Sandro Donati dell’Italia dei Valori, ha difeso gli impianti a biomasse, ha annunciato l’imminente apertura di 30 centrali (20 a biogas e 10 a biomasse) e ha definito demagogiche le polemiche sollevate da alcuni comitati di cittadini richiamandosi agli impegni “202020 “ del Protocollo di Kyoto. “La riprova di quanto questi argomenti, che dovrebbero essere trattati con sensibilità, accuratezza e scientificità nell’assoluto interesse della collettività, siano, invece, continuamente vittime della logica di parte. A quindici chilometri da qui l’Idv, al Governo, ha una posizione completamente opposta da quella che manifesta sul nostro territorio”.
L’Assessore Marconi, mostrando la documentazione, ha quindi precisato che non è fra i soci della Saggitta Immobiliare ma detiene l’1,5% della Saggitta Bio, una società partecipata, la quale, però, non ha “più nulla a che fare con il progetto degli impianti a biomasse in quanto il contratto stipulato a suo tempo fra le due società è decaduto perché non si sono realizzate le condizioni previste nell’accordo”.
In ogni caso, ha spiegato Marconi, “L’iter autorizzatorio degli impianti è esclusivamente tecnico-amministrativo, in nessun modo investe deliberazioni di Giunta o Consiglio e non esiste, da un punto di vista giuridico, alcun tipo di incompatibilità o conflitto anche perché nella Saggita Bio sono solo un socio senza alcuna carica sociale e il progetto non usufruisce di finanziamenti pubblici. Senza contare il fatto che l’autorizzazione viene rilasciata dalla Regione e che la Provincia, in conferenza di servizi, si esprime solo relativamente alla compatibilità con il Piano Territoriale e per l’innesto delle acque reflue. Nello specifico la Provincia ha pure sollevato una serie di prescrizioni alle quali la Saggitta ha dovuto adeguarsi”.
Sull’opportunità politica di una sua partecipazione ad una società che si occupa di “green economy” Marconi ha precisato: “Faccio politica onestamente e correttamente, se dovesse essere necessario cederò l’ 1,5% della Saggitta Bio perché è evidente che qui siamo di fronte a ad una operazione di strumentalizzazione per tagliare le gambe al progetto”.
“La mia posizione personale è assolutamente coerente con quella di amministratore pubblico; in questa veste, con programmi come il Patto dei Sindaci promuovo la diffusione di tecnologie a biomasse che rientrano fra le azioni sostenute dall’Europa, nel Piano Europeo per l’Energia, e dall’Italia, nel Piano nazionale per le rinnovabili, proprio per ridurre le emissioni inquinanti e limitare la dipendenza dell’Italia dai Paesi produttori di petrolio” ha aggiunto Marconi che ha chiosato: “Sarebbe ben strano se non fossi d’accordo. Quello che mi dispiace, ed è un appello che faccio ai cittadini, non vi fate confondere e bistrattare da posizioni preconcette e strumentali perché è così che in questo territorio, da dieci anni, si bloccano iniziative di sviluppo assolutamente utili alla comunità”.

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