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sabato 28 luglio 2012

Teramo Nostra condanna la mozione del Consiglio Comunale di Pescara per annettere la provincia di Teramo


A fronte dell’attendismo della classe dirigente politica teramana, eccezion fatta per il Presidente della Provincia Valter Catarra, apprendiamo dagli organi d’informazione, che a Pescara si è creato un fronte politico bipartisan (PD, PDL, UDC, FLI) per difendere Pescara Capoluogo. Anche il Consigliere Regionale Maurizio Acerbo (PRC), dimenticando le problematiche inerenti il lavoro e i cittadini ha “esultato” per questo accordo prescindendo dalle discussioni negli organismi preposti.
Con la presentazione di una mozione unitaria in Consiglio Comunale destra, centro e sinistra pescaresi vanno quindi a braccetto, proponendo un’operazione violenta di annessione della nostra Provincia Teramana a quella di Pescara. Un colpo del genere non è mai stato ricordato dall’Unità D’Italia ad oggi, se non quando, nel 1927, durante il regime dittatoriale, il fascista Giacomo Acerbo decretò lo “scippo” di ben 34 comuni da Teramo per la creazione della Provincia di Pescara.
Che i consiglieri comunali Pescaresi, siano mossi da interessi campanilistici, non crea stupore, ma al contrario ci sorprende che “politici delle Istituzioni” dimentichino il metodo democratico e costituzionale della consultazione, perdendo di vista la situazione globale dell’intero Abruzzo.
In questa riprovevole azione teorizzata dal “minestrone” dei vari partiti pescaresi, la Provincia di Teramo è l’UNICA, tra le quattro Provincie abruzzesi, che verrebbe soppressa ed annessa. Cosa ancor più grave è che in questo disegno proditorio e predatorio, la Città di Teramo è l’UNICA delle quattro Città Abruzzesi che perderebbe il ruolo di Città Capoluogo, con le inevitabili conseguenze nella perdita di enti, uffici e servizi, grave danno questo per i cittadini – utenti.
In questa fase di “eccitazione da calcio-mercato”, nella quale in tanti si lanciano, calpestando storia e geografia, verso improbabili conquiste e annessioni di territori, ci teniamo a ricordare che Teramo ha già dato in passato tanti suoi comuni a Pescara (a differenza di Chieti e L’Aquila), ed è pertanto grave che i consiglieri comunali pescaresi, calcolino freddamente e per interessi ben precisi, la nostra fine.
Giunti a questo punto, sia data anche a noi la possibilità di fare una proposta: non togliendo nulla alla popolosa Città di Pescara, chiediamo che tornino alla Provincia di Teramo i comuni dell’area montana pescarese, sottratti nel 1927 e appartenenti al Parco Nazionale del Gran Sasso. Legittima richiesta, la nostra, che servirebbe a ridare alla nostra Provincia, quel numero sufficiente (350.000 abitanti) per continuare ad esistere e a svolgere la funzione di direzione provinciale.
In tale ottica, a fronte della nostra legittima riacquisizione di territorio, apprendiamo invece la proposta del Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Piero Celani, che pur di avere i numeri per salvare la sua Provincia, vorrebbe “scipparci” oggi i comuni della Val Vibrata. Su questa “folcloristica battuta”, preferiamo evitare ogni commento per lasciare serietà alla discussione. Accusiamo però l’intera classe politica dirigente, che con le varie ipotesi farneticanti, ha dato il via da diversi giorni a questo caos del toto-accorpamento.
Ci rivolgiamo come sempre, in ultima istanza, al teramano Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi affinché dia segno di vita nella difesa della sua Città.
Ci auguriamo, altresì, che la stessa “grinta” mostrata dai consiglieri comunali pescaresi, nel difendere la loro Città capoluogo, animi al più presto anche i politici teramani che “ci dovrebbero” rappresentare nelle Istituzioni, finora attendisti dormienti o persino compiacenti.
A costoro diciamo, che chi oggi non difende la nostra Città, figurerà tra i nostri cittadini - elettori come NEMICO di Teramo e Provincia.

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