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sabato 28 luglio 2012

Roseto Opera Prima: cerimonia di premiazione


La rassegna cinematografica Roseto Opera Prima saluta il suo pubblico con un evento speciale.
L'appuntamento è per sabato 28 luglio, alle 21.30, nel cinema all'aperto della Villa Comunale.
Alla presenza del Direttore Artistico Tonino Valerii, del presidente della Giuria Mario Moretti, del Sindaco Enio Pavone e dell'Assessore alla Cultura Maristella Urbini, si terrà la cerimonia di premiazione del vincitore di questa XVII edizione a cui andrà la Rosa d'Oro e un premio in denaro.
Al termine sarà proiettato uno dei film più amati della storia del Cinema nazionale. Si tratta di C'eravamo tanto amati, per la regia di Ettore Scola, nella copia restaurata dalla Cineteca de L'Aquila Istituto Cinematografico "La Lanterna Magica".
Per il terzo anno consecutivo direttamente dagli archivi della Cineteca dell'Aquila, un altro capolavoro del cinema sarà presente nell'importante vetrina cinematografica della cittadina rivierasca adriatica.
Grazie alla sensibilità degli organizzatori del Festival e dell'Amministrazione comunale, è stato possibile dare continuità ad un bellissimo rapporto di collaborazione nato subito dopo il sisma del 2009 e che certamente vedrà negli anni successivi proposte sempre più articolate ed interessanti.
In un Festival dedicato ai giovani registi, uno spazio riservato agli storici capolavori del cinema: un'occasione unica per rivivere le emozioni dei grandi maestri della settima arte. Un'operazione resa possibile anche dal paziente e prezioso lavoro quotidiano dei tecnici della Cineteca dell'Aquila che conservano e rendono fruibile l'opera filmica.
"La Lanterna Magica" forte della sua esperienza trentennale, si conferma dunque un punto di riferimento per la ricerca e la promozione della cultura cinematografica su tutto il territorio regionale.

Il Film
Girato nel 1974 questo film ha quasi quarant'anni. Eppure è ancora attualissimo. E' un film sull'amicizia, sull'Italia, su di noi. Storia raccontata lungo l'arco di un trentennio e nello spazio di un tuffo: Il film si apre davanti a una villa dove Gassman si appresta a lanciarsi dal trampolino della sua piscina, e finisce quando tocca l'acqua. Una delle tante magie che il cinema consente, se si possiede il tocco felice di Scola per il racconto. Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores hanno vissuto insieme la resistenza, ma inevitabilmente nell'Italia del dopoguerra si perdono di vista. Manfredi e' un infermiere, Satta Flores un insegnante di lettere in una cittadina del Sud, Gassman un avvocato di belle speranze. A unirli e a separarli – oltre agli ideali – una ragazza: Stefania Sandrelli, nel corso degli anni, di volta in volta, amore impossibile, attrice sul set della "Dolce vita", amante disperata, moglie felice. Gassman non sfreccia più per le strade di Roma strombazzando come nel "Sorpasso", ma al parcheggio di piazza del Popolo, quando rincontra l'amico Manfredi si finge posteggiatore, perché si vergogna di dirgli che ha fatto i soldi, ma ha sacrificato gli ideali di gioventù. Basta questo per farti capire che non sono più gli anni del boom, che la commedia all'italiana sta vivendo la sua stagione più matura e che dietro la scrittura c'è – là (nel "Sorpasso" Scola era sceneggiatore), come qua – Ettore Scola.
Il regista di questo film non ha mai fatto un cinema di fantasia, ma cinema di osservazione, eppure quella realtà vive ancora oggi grazie all'onestà dell'invenzione poetica. Forse è per questo che qualunque strumento nelle sue mani è buono per raccontare con franchezza e pudore l'animo umano, che sia la macchinetta che scatta foto formato tessera o un telequiz di Mike Bongiorno. Quello che esce dal racconto è sempre la nostra vita, la capacità di arrivare nel profondo raccontando una storia che in tanti hanno già raccontato e in molti racconteranno ancora, probabilmente mai con questa grazia.

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