‘Maia’ è una casa-rifugio per donne vittime di violenza. E’ la seconda struttura abruzzese (la prima è in provincia dell’Aquila) ma la prima a nascere da un ampio partnerariato interprovinciale con un progetto finanziato (nel 2012) dal Dipartimento per le Pari Opportunità (400 mila euro). Tante le donne delle istituzioni e quelle del privato sociale che, questa mattina, hanno voluto partecipare alla “inaugurazione virtuale” di casa Maia il cui luogo, per ragioni di sicurezza, non viene rivelato.
Del progetto è capofila la Provincia di Teramo (coordinatrice Roberta Pellegrino di Ananke Onlus) che ha lavorato insieme al Comune di Teramo, al Comune di Pescara, al Comune di Chieti, all’Associazione Ananke Onlus e alla Cooperativa sociale Alpha.
Alla presentazione, oltre al presidente Valter Catarra, al vicepresidente Renato Rasicci e all’assessore comunale Giorgio D’Ignazio erano presenti Emilia De Matteo (assessore alle Politiche sociali e alla Pari opportunità del Comune di Chieti); Letizia Marinelli (consigliera di parità della Regione Abruzzo); Anna Pompili (consigliera di parità della Provincia di Teramo); Mirella Marchese (Assessore del Comune di Teramo); Nausicaa Cameli (assessore politiche sociali del Comune di Giulianova); Desireè Del Giovine presidente della CPO provinciale.
Poi “le protagoniste” del progetto Maia, le responsabili dei tre Centri antiviolenza (Maria Laura De Loreto ass. Alpha di Chieti; Roberta Pellegrino e Rita Pellegrini del centro Ananke di Pescara; Cristina di Baldassarre (Centro La Fenice di Teramo); Rita Di Berardino, psicologa, responsabile della casa, e insieme a lei, le operatrici che vi lavoreranno.
Casa Maia offrirà ‘protezione’ alle donne vittime di violenza e ai loro figli e li affiancherà con un sostegno emotivo e pratico in un delicato momento di passaggio e di cambiamento. “La residenza è strutturata secondo una metodologia “orientata al genere” che pone al centro la relazione tra donne, operatrici e vittime e lavora a rafforzare la soggettività femminile – ha spiegato Roberta Pellegrino - per questo il personale è esclusivamente femminile, ha un’esperienza specializzata e pregressa e ha collaborato anche con i tre centri antiviolenza coinvolti: Centro Antiviolenza Ananke di Pescara, Centro Antiviolenza ‘La Fenice di Teramo’ e Centro Antiviolenza ‘Consultorio Alpha ‘ di Chieti”.
Il modello di lavoro, che sarà sperimentato in 20 mesi di attività, è pensato per rafforzare l’indispensabile lavoro di e in rete tra pubblico e privato sociale e l’accesso alla Casa avverrà tramite i tre centri antiviolenza.
La struttura, che dispone di 8 posti, sarà autogestita con il supporto di 6 operatrici stanziali e di 3 collaboratrici esterne: garantirà ospitalità gratuita alle donne e i/le loro figli/e e una serie di servizi.
Comprensibile soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente Renato Rasicci che ha seguito il progetto sin dall’inizio: “E’ un giorno importante per le donne perché colmiamo un vuoto offrendo un servizio fondamentale per le donne vittime di violenza e per i loro figli; donne che spesso non denunciano e non si rivolgono alle istituzioni per il timore del dopo, del salto nel buio. In questo caso è stata determinante le rete fra le istituzioni e il privato sociale: una formula che va sostenuta”. Gli auguri e i ringraziamenti del presidente Catarra “a tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa” ha aperto la presentazione del progetto : “non posso non sottolineare che, anche in questo caso, le Province, che si dipingono come inutili, hanno svolto un ruolo determinante”.
Nessun commento:
Posta un commento