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lunedì 10 febbraio 2014

Movimento 5 Stelle Teramo: "benvenuti a Mandrillopoli"


Teramo. “Questo è davvero il baratro definitivo della politica, siamo caduti nella psichedelica Mandrillopoli”. È il commento del Movimento 5 Stelle Teramo alla conferenza stampa del governatore Chiodi.
Dal proprio sito il M5S Teramo continua: “Destra, sinistra, centro: tutti beatamente uniti nell’abbraccio del futuro, l’abbraccio del mandrillo.
E fanno davvero impressione le giustificazioni del fu governatore Chiodi, quasi più della montagna di carte che lo sovrasta, quasi più della favoletta con la quale vorrebbe imbonire gli astanti. Fa impressione quel voler riversare su altri – che sia un povero autista o un impiegato di basso rango poco importa – le proprie clamorose responsabilità. E qui non vogliamo parlare di responsabilità penale, che pure appare evidente né erariale: qui ci limitiamo a prendere in considerazione le sole, eclatanti responsabilità politiche” .
“Il signore che ci invita a restituirgli la dignità, neanche fossimo dentro la pubblicità di un noto detersivo, è il Presidente della Regione Abruzzo ed in quanto tale vertice e garante di una Giunta Regionale travolta da scandali di tutti i generi. Quel signore che avrebbe dovuto dimettersi già da tempo, se non altro di fronte al delirio di accuse piovute addosso all’assessore De Fanis, quel signore che avrebbe dovuto andarsene di fronte allo sfacelo della ricostruzione aquilana, di fronte al tracollo dell’economia regionale, quel signore che avrebbe dovuto scappare di fronte all’onta, al marchio indelebile lasciato dagli scandali degli ultimi giorni sulla dignità dell’intero popolo abruzzese, ci si pone davanti con un incredibile piglio di accusa, intimandoci di riabilitarlo! E fa addirittura di più: finita la conferenza stampa corre da un noto condannato per ottenere da cotanto stinco di santo l’indulgenza plenaria e l’investitura per le prossime elezioni”
Il Movimento 5 Stelle chiama in causa anche il PD :”E in tutto questo frastuono, l’unica voce che manca è quella del sempre più surreale Pidì che, invece di gridare allo scandalo e sfiduciare l’intero esecutivo regionale, giace chiuso in un enigmatico silenzio che non può non far pensare ad inquietanti complicità”.

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