“Ho trovato una buona sanità con personale capace”. Il nuovo direttore generale della Asl di Teramo, Paolo Rolleri, si presenta entusiasta davanti ai giornalisti nel suo primo incontro con la stampa. Ha già visitato l’ospedale di Teramo e mercoledì alle 10 sarà a Sant’Omero. Rolleri è l’uomo chiamato da Chiodi a gestire la sanità teramana ma anche colui il quale ha lavorato nello staff regionale per la definizione del piano sanitario. Sulla scelta del personale, medico e dirigenziale, il manager ligure aggiunge: “Non ho campanili, valuto competenze, capacità ed anche ciò che si sente dire. Lo so non è facile orientarsi ma è questa la strada , facendo intendere che le scelte non saranno dettate dalla politica. Rolleri non attende la fine dell’incarico per stendere il bilancio della sua attività. Se i risultati attesi e gli obiettivi fissati non dovessero arrivare in tempo congruo sarò il primo a fare un passo indietro. Non avrebbe più senso stare qui e me ne tornerei a casa, a 600 chilometri dove ho lasciato mia moglie e i miei due figli di 16 anni”. Il neo manager con il suo predecessore, Giustino Varrassi, non si è sentito. Non giudica il suo operato la strada da seguire è tracciata dal piano sanitario regionale. “Il problema non sta nel fatto che in ospedale lavorano medici, accademici o altri. Ma conta la professionalità e la capacità. Farò una valutazione laica. Paolo Rolleri sogna una sanità (possibile) in cui al paziente si diano risposte senza farlo peregrinare”. Quanto allo staff che lavorerà al suo fianco, il direttore generale non preclude agli attuali dirigenti la prosecuzione dell’incarico. “Non ho amici, ho bisogno di persone capaci disposte a lavorare per raggiungere gli obiettivi”, facendo capire come l’intero quadro sia ora sotto la sua lente. Quanto a Chiodi che lo ha voluto manager dice: “dei due presidenti ho stima, Chiodi e Biasotti (presidente della Liguria). Con Chiodi è stato un impatto positivo a pelle. Ragiona da imprenditore, mi ha detto che vuole che porti risultati”. Quanto alla mobilità passiva, Rolleri comprende come non sia facile da sconfiggere specie quando il medico di fiducia lavora in strutture diverse da quella della sanità di appartenenza. “Siamo tendenzialmente, in Italia, esterofili. Non dico che azzererò la mobilità passiva ma attuerò le leve necessarie affinché’ il paziente trovi le risposte sul territorio”. Quanto ai tagli, il manager afferma che “non esistono in sanità. Anzi, alla Regione Abruzzo sono state destinate maggiori risorse”. (AGEA)
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