Giulianova. Il Cittadino Governante si scaglia contro i tagli della Regione alla Piccola Opera Charitas. “Negli anni sessanta- si legge nella nota- Serafino Colangeli rese concreto il suo desiderio di servizio agli umili attraverso la fondazione della Piccola Opera Charitas, luogo di accoglienza e ospitalità nel nome dell’amore cristiano. Contraria alla cultura del rifiuto, la Piccola Opera Charitas è diventata negli anni un piccolo “paese nel paese”, nessuno a Giulianova e in tutta la provincia di Teramo può ignorarne la importante e imprescindibile valenza sociale.
La difficoltà nella quale viene oggi a trovarsi e contro la quale Giulianova tutta non può non mobilitarsi, ha origine dal decreto 51 del 5 luglio 2013 del commissario ad acta Gianni Chiodi. Il decreto stabiliva un taglio orizzontale del 10% su tutte le prestazioni effettuate dalle strutture riabilitative accreditate. Il taglio è stato successivamente fissato nel 5% (decr. 65) ma rimane l’art. 14 del decreto che modifica il setting assistenziale e che prevede la compartecipazione economica dell’assistito addirittura con effetto retroattivo.
La Piccola Opera si troverebbe così a dover dimettere i pazienti non in grado di pagare la retta e a licenziare parte dei suoi operatori.
Contestiamo fortemente che il risanamento della Regione Abruzzo debba passare attraverso i tagli dell’assistenza ai più deboli e ai più bisognosi, tagli sulla pelle di chi già vive molto spesso situazioni esistenziali drammatiche e complesse. Le persone non sono numeri e i politici ricordino sempre che la politica è la forma più alta di carità”.
La difficoltà nella quale viene oggi a trovarsi e contro la quale Giulianova tutta non può non mobilitarsi, ha origine dal decreto 51 del 5 luglio 2013 del commissario ad acta Gianni Chiodi. Il decreto stabiliva un taglio orizzontale del 10% su tutte le prestazioni effettuate dalle strutture riabilitative accreditate. Il taglio è stato successivamente fissato nel 5% (decr. 65) ma rimane l’art. 14 del decreto che modifica il setting assistenziale e che prevede la compartecipazione economica dell’assistito addirittura con effetto retroattivo.
La Piccola Opera si troverebbe così a dover dimettere i pazienti non in grado di pagare la retta e a licenziare parte dei suoi operatori.
Contestiamo fortemente che il risanamento della Regione Abruzzo debba passare attraverso i tagli dell’assistenza ai più deboli e ai più bisognosi, tagli sulla pelle di chi già vive molto spesso situazioni esistenziali drammatiche e complesse. Le persone non sono numeri e i politici ricordino sempre che la politica è la forma più alta di carità”.
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