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martedì 23 luglio 2013

Giulianova il Cittadino Governante interviene sull’Atto Aziendale della ASL


Giulianova. Il Gruppo Consiliare “Il Cittadino Governante” In relazione alla richiesta, da parte del Sindaco, di fornire “osservazioni e indicazioni” da presentare poi al Direttore generale della ASL in vista del nuovo Atto Aziendale afferma: “Riteniamo che sarebbe stato molto più utile e produttivo un lavoro corale svolto in Commissione Sanità per poter definire una piattaforma di richieste adeguata e incisiva per la nostra città. E’ vero che i tempi, dettati dalla comunicazione ufficiale del Prof. Varrassi, sono stati molto stretti, ma è altrettanto vero che la Commissione (composta, tra l’altro, per buona parte da medici o operatori della sanità) avrebbe potuto proficuamente lavorare da tempo, preparandosi autonomamente a questo appuntamento”.
Il Capogruppo Franco Arboretti spiega “già nel 2011 fa avanzai in una riunione della Commissione Sanità la proposta di lavorare alla definizione di una piattaforma di richieste complessive per l' Ospedale e la medicina territoriale giuliese: nonostante si fosse tutti d’accordo, non se ne fece, inspiegabilmente, niente. Continua, oltretutto, l’inattività della Commissione Sanità stessa.
Auspichiamo, ad ogni buon conto, che si possano trovare la volontà e le vie per recuperare il tempo perduto”.

La nota del gruppo consigliare si conclude con una serie di osservazioni e proposte .
“La regione Abruzzo è stata commissariata dal governo nazionale e i cittadini abruzzesi stanno pagando da 4 anni, sulla loro pelle, le conseguenze dei drastici rimedi per rientrare nei conti. Bisogna però per il futuro cercare, responsabilmente, le strade che diano all’Abruzzo una sanità di qualità, sia ospedaliera che territoriale, a costi sostenibili, razionalmente distribuita, con strutture facilmente raggiungibili, da ogni angolo della regione. Questo vuol dire che i 35 ospedali abruzzesi (veramente troppi per un milione 350.000 abitanti stando ai criteri razionali e alle leggi sanitarie) vanno ridotti al fine di liberare le risorse per realizzare una rete ospedaliera di grande qualità in grado di fronteggiare bene qualsiasi patologia tanto da evitare anche la migrazione verso altre regioni con riduzione dei costi della mobilità passiva. Per contrastare la suddetta mobilità passiva oltre che sulla qualità dei servizi ospedalieri occorre puntare sulle ubicazioni strategiche dei presidi sul territorio regionale e a noi sembra che la posizione e i collegamenti stradali, autostradali e ferroviari dovrebbero far preferire Giulianova sia ad Atri che a Sant’Omero.
Nel consiglio sul tema dell’ospedale tenuto a Giulianova nel 2012 la D.ssa Baraldi disse chiaramente che in tale rete Giulianova deve essere sede di un ospedale di media complessità, uno dei due per acuti della provincia e deve avere tutte le specialità di base con dirigenti di II livello.
Bene ma allora il prof. Varrassi deve essere conseguente e nell’Atto aziendale, piuttosto che puntare su Sant’Omero, deve concentrarsi di più sull’ospedale di Giulianova riaprendo il punto nascita (Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia) – non è possibile che in sulla costa, dove c’è grande movimento turistico estivo, tra S.Benedetto e Pescara non si possa nascere! -, potenziando il Pronto Soccorso e dotandolo di Astanteria, rendendo pienamente autonoma e autosufficiente l’Ortopedia, realizzando a Giulianova un servizio di Riabilitazione di grande qualità e confermando, naturalmente, tutti gli altri reparti e servizi esistenti.
E su questa strada dovrebbe incoraggiarlo il Governatore Chiodi per dimostrarsi coerente con le giuste valutazioni espresse sulle fallimentari gestioni in materia sanitaria dei governi regionali che l’hanno preceduto e per sottrarsi alla critica di essere più sensibile alle sollecitazioni dei comuni amministrati dal centro-destra che alle scelte razionali e responsabili.
Infine sono stati mantenuti nel frattempo tutti gli impegni annunciati dallo stesso Dr. Varrassi in quel consiglio? E cioè:
· il Centro di Fisiopatologia della nutrizione non solo avrebbe continuato la propria attività ma sarebbe stata potenziata,
· l’arrivo di una nuova TAC,
· l’installazione di una RM per tutti gli organi (da noi chiesta per primi da tempo),
· un nuovo ecocolordoppler,
· l’apertura della RSA,
· l’organizzazione delle UCCP per la medicina generale sul territorio,
· l’arrivo di nuovo personale medico e paramedico a partire dai concorsi per i numerosi primari mancanti.
Se tali impegni non si sono concretizzati tutti come pare, speriamo che ciò non derivi in parte dal milione di euro speso per la realizzazione delle camere a pagamento che non erano certamente la cosa più urgente fra le tante previste e disattese, che i cittadini aspettano da tempo.
Dissentiamo, infine, sulla riproposizione del nuovo ospedale, per quanto fatta in maniera molto più sfumata rispetto a due anni fa e di molto rinviato nel tempo: le risorse non ci sono con certezza e, soprattutto, ci sembra fuori luogo, con la crisi finanziaria in atto nel paese, pensare di spendere almeno 70 milioni di euro, quando su quello esistente sono stati finora impiegati centinaia di migliaia di euro, se non milioni, per la ristrutturazione di varie parti e per l’allestimento di nuove sale operatorie.
Sarebbe più saggio completare la ristrutturazione e la messa a norma dell’ospedale esistente e nel contempo riempirlo rapidamente di quei contenuti (reparti, personale, attrezzature) sopradetti”.

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