La federazione di Teramo del Partito dei Comunisti Italiani
esprime la sua solidarietà ai lavoratori dell’Atr di Colonnella e della Carbotech di Martinsicuro.
“L’ATR è una fabbrica nata negli anni ottanta, sulla base di
un progetto d’avanguardia. Una scelta pionieristica dove attraverso la ricerca
e l’innovazione, e grazie all’esperienza di scambio con altre realtà europee
nel settore del carbonio, è stato possibile creare in val vibrata, ma
addirittura in Italia, una realtà unica nel campo della lavorazione del
carbonio per le automobili prima, e successivamente persino biciclette, moto
e veicoli aerospaziali. L’azienda ha
avuto un picco occupazionale di mille operai impiegati, prima dell’inizio del
declino causato, schematicamente, da problemi di sottocapitalizzazione, e da
strategie legate al potere contrattuale imposto dai monopoli, che stabiliscono
condizioni di mono-committenza, strangolando le ditte appaltatrici.
Ad oggi, queste strategie elencate sembrano dettare una
linea che impone la chiusura, anche attraverso blocchi e intoppi burocratici,
di questa preziosa realtà produttiva: procedure fallimentari in corso,
l’azienda rilevata ma impossibilitata a far ripartire la produzione, la
sentenza della Cassazione che annulla la decisione della Corte d’Appello che
nel 2009 aveva concesso l’amministrazione straordinaria del gruppo. In mezzo,
abbiamo lavoratori senza stipendio, che non possono neppure usufruire della cassa
integrazione, in una condizione di disperazione.
La situazione è difficilissima anche alla Carbotech, dove al
clima pesante e intimidatorio cui sono sottoposti gli operai (fino a giungere a
licenziamenti mirati), al totale disinteresse aziendale riguardo alle
condizioni di salute e sicurezza che i lavoratori giustamente esigono (condizioni
culminate con una serie di gravi incidenti) si è aggiunto il mancato accordo
per il rinnovo dei contratti interni di secondo livello. Da qui la decisione
operaia di iniziare uno sciopero a singhiozzo, una lotta che dura da una
settimana.
La ditta, in una nota in risposta alle legittime richieste
dei lavoratori, sostiene di voler eventualmente rinegoziare i contratti di
secondo livello legandoli alla produttività, alla qualità del lavoro, ai
reclami, al costo cernite. Il Pdci ritiene doverosa una puntualizzazione,
facendo parlare i fatti e smascherando i trucchi furbeschi dietro i quali
l’azienda accampa puerili scuse per non rinnovare i contratti: la Carbotech di
Martinsicuro ha visto raddoppiato il suo fatturato, passato dai cinque milioni
di euro del 2009 agli attuali undici milioni, certamente anche grazie al grande
impegno e sacrificio sul lavoro dei propri lavoratori. Se di qualità del lavoro
si deve parlare, allora si ponga l’accento sulle condizioni generali in cui gli
operai operano all’interno della fabbrica, in mancanza totale di prevenzione e
sicurezza. Se di qualità del materiale vogliamo parlare, di costi cernita,
diciamo subito che i macchinari sono vecchi e molto logori, e logicamente è
questo a influire sulla riuscita del pezzo. Oltretutto, a ciò si aggiunga che,
in rapporto, pochi operai devono operare su troppi macchinari. E’ profondamente
sbagliata la logica aziendale che intende scaricare tali costi, così come i
reclami dei clienti, sui lavoratori, realizzando su di loro il massimo
profitto; bisogna invece mettere gli operai nelle migliori condizioni per
compiere un lavoro di qualità.
Il Partito dei Comunisti Italiani è al fianco dei lavoratori
Carbotech, per i loro diritti e per la giustezza della loro causa, e sostiene
le richieste degli operai Atr, che non vedono soluzioni all’orizzonte,
stretti nella morsa tra volontà monopolistiche di chiusura,
rimpallo di responsabilità, e silenzio complice di Regione e Provincia in risposta
alle pressanti richieste che chiedono di salvare l’impianto produttivo.
Il Pdci è e sarà sempre fino in fondo con i lavoratori, così
come comprende appieno la condizione di sofferenza e sopruso cui
l’imprenditoria democratica e produttiva è sottoposta dai grandi circoli
monopolistici: logiche speculative che, partendo da realtà nazionali, cadono a
pioggia sui territori. Il Pdci chiede ancora una volta l’interesse e l’intervento
di Regione e Provincia, e consiglia agli assessori preposti meno cura verso
sottili e ammiccanti strategie elettorali e più attenzione verso i drammi
quotidiani del lavoro.
La lotta esemplare che gli operai stanno conducendo è un
esempio per tutti noi, in quanto a volontà di cambiamento netto, sia nel senso
del lavoro, sia in quello più ampio, politicamente inteso”.
Nessun commento:
Posta un commento