“Il maxiemendamento alla legge di stabilità, approvato ieri in Senato – spiega il presidente Catarra - ha confermato per le Province italiane il taglio di 1,2 miliardi di euro. Nel nostro caso, dal primo gennaio avremo 3 milioni e 700mila euro in meno. Questo significa che mancano oltre 5 milioni di euro per chiudere in pareggio il bilancio. A ciò si aggiunga una pesantissima situazione di cassa per l’Ente, dovuta al fatto che in questo anno abbiamo anticipato con nostri fondi i trasferimenti dovuti dal Governo e dalla Regione e questo, se non interviene un correttivo, mette da subito a rischio la prosecuzione dei servizi, i pagamenti alle imprese e ai fornitori, per circa 3 milioni e mezzo, e gli stessi stipendi dei dipendenti provinciali. Oltre ovviamente all’impossibilità di erogare i finanziamenti ai presidi culturali che attualmente sosteniamo quasi interamente, come il Braga, per circa 600 milioni di euro”.
La notizia è piombata sull’Ente di via Milli proprio nel giorno in cui la Giunta aveva previsto il tradizionale scambio di auguri con i dipendenti provinciali ed è stato proprio Catarra a rappresentare la grave situazione, stigmatizzando “l’irresponsabile comportamento del Governo, degli eletti e dei partiti”.
Per salvare la cassa, l’Amministrazione ha dato mandato all’Avvocatura di predisporre un decreto ingiuntivo al Governo per richiedere il pagamento degli oltre 13 milioni di euro di trasferimenti statali dovuti e già impegnati, che insieme ai circa tre milioni di euro attesi dalla Regione potrebbero dare un po’ di ossigeno a via Milli.
“L’ultima spiaggia – prosegue il presidente Catarra – è la seduta della Camera di questo pomeriggio; siamo in continuo contatto con l’Upi che in questa ore sta predisponendo il testo di un ordine del giorno per scongiurare il dissesto che, come facilmente prevedibile, coinvolgerà circa l’80% delle province italiane”.
Il presidente ha sottolineato che “se oggi non è la fine del mondo, per le province è un colpo durissimo. Ma non stiamo parlando di provvedimenti che colpiscono la politica o l’ente in quanto tale, ma i territori, i cittadini, le imprese; che praticamente rischiano di mettere in ginocchio l’economia locale”.
A strettissimo giro di posta, tra il 27 e il 30 dicembre, il presidente convocherà i dirigenti per una ricognizione sui conti e sui servizi e per decidere le scelte da operare a partire dal prossimo mese di gennaio. Il presidente, tra le scelte dolorose da compiere, ha parlato del futuro di Teramo Lavoro, definito “ad oggi veramente fosco”.
“Un ringraziamento doveroso – conclude Catarra – per l’impegno del senatore Tancredi per le importanti provvidenze che è riuscito a portare sul territorio, tra cui gli 8 milioni di euro per il ristoro dei danni dell’alluvione, e per l’impegno congiunto con il senatore Legnini sul mantenimento delle funzioni delle province”.
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