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lunedì 8 ottobre 2012

Giulianova: spiaggia invasa dai rifiuti


Stamani, sabato, erano in giro per la spiaggia diversi turisti stranieri, in particolare inglesi e tedeschi. Nonostante le difficoltà della lingua, si sono fatti intendere a dovere ed hanno levato un grido di dolore per la mole di rifiuti ed immondizia sparsi da nord a sud su tutto l’arenile giuliese. “Disgusting” (disgustoso) è stata la parola meno ruvida pronunciata nei confronti di ciò che hanno indicato con l’indice della mano destra riferendosi appunto ai cumuli di sporcizia. Hanno protestato anche molti “bagnanti” che ancora frequentano la spiaggia grazie ad alcuni operatori balneari che ancora offrono ombrelloni, lettini e quant’altro. Però tutta quella roba maleodorante che insiste a pochi metri dalla battigia non è certo un bel biglietto da visita per chi ancora frequenta il Lido. La circostanza più preoccupante riguarda la parte di spiaggia a sud del molo sud. Per decine e decine di metri la zona della risacca è letteralmente coperta da uno strato di materiale fluviale di colore scuro che non consente di guadagnare il mare. Una vera e propria barriera. I titolari degli stabilimenti interessati inutilmente hanno atteso l’intervento del comune di Giulianova che si sarebbe limitato ad un veloce sopralluogo rimasto poi lettera morta. E così mosche, zanzare e quant’altro assediano la zona interessata senza possibilità di una soluzione del problema. Orecchie sorde a Palazzo, ma anche paura dopo quello che è successo con lo piaggiato del marzo 2011. Allora si poté spendere oltre un abbondante milione di euro, mentre ora si tira la cinghia, forse per paura dell’opposizione, ma lo spettacolo che si offre è davvero penoso. La documentazione fotografica non può certo mentire. Fanno riflettere le famose frasi in libera uscita dell’assessore al turismo Archimede Forcellese che parla ripetutamente di “necessità di allungare la fase turistica giuliese il più possibile”. Il colpo d’occhio che si offre in questi giorni sembra andare in tutt’altra direzione.

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