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venerdì 12 ottobre 2012
Articolo 18: costituito il comitato referendario provinciale
Il 13 ottobre inizierà la campagna di raccolta firme per i referendum sul lavoro. Anche nella provincia di Teramo è stato costituito il comitato referendario provinciale “lotto per il diciotto” da: Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Lega dei Socialisti, ALBA e la FIOM-CGIL.
“È nostra intenzione riportare i diritti del lavoro al centro dell'agenda politica-spiegano gli organizzatori- ed opporci alle politiche del Governo Monti. Le politiche liberiste del Governo Monti-Fornero stanno facendo pagare il costo della crisi finanziaria alle lavoratrici e ai lavoratori, agevolando banche e multinazionali e penalizzando le classi più deboli togliendo diritti e tutele. Tutto ciò non risolleva le sorti del paese, piuttosto peggiora la situazione economica. In Italia è in forte aumento il numero dei disoccupati, che ha superato i 2 milioni, a questo corrisponde un drastico abbassamento dei salari, tra i più bassi d'Europa, e un forte aumento del lavoro precario (quasi del 50% in 15 anni!)”.
La situazione in Abruzzo non è che un riflesso immediato di quella nazionale: la disoccupazione è aumentata del 3% in un anno e le ore di cassa integrazione sono aumentate di 2.400.000 unità. In questo quadro desolante la Provincia di Teramo detiene il record regionale, con un aumento di oltre il 30% delle ore di cassa integrazione richieste in un solo anno.
“La disoccupazione abruzzese- continuano gli organizzatori- ben al di sopra della media nazionale, colpisce ferocemente soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni e tale situazione non può che peggiorare, a causa della miopia di una giunta regionale al collasso e del tutto incapace di porre rimedio. Ciò priva la vita dei lavoratori di qualsiasi progettualità e cancella di fatto ogni sicurezza.
Con la manomissione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, compiuta dal ministro Fornero e approvata da PD, PDL e UDC, anche chi è occupato a tempo indeterminato è ora nuovamente gettato in uno stato di grave incertezza e, senza più tutele, potrebbe perdere il proprio lavoro da un giorno all'altro”.
“La recente riforma del mercato del lavoro messa a punto dal "tecnico" Governo Monti- concludono gli organizzatori- di fatto, abolisce le garanzie contro il licenziamento senza giusta causa previste dall'articolo 18, e pone il lavoratore in uno stato di subalternità e incertezza.
L'articolo 8 della precedente manovra finanziaria del Governo Berlusconi invece, dando la possibilità alle aziende di derogare ai contratti collettivi nazionali, mina la libertà dei lavoratori e accresce fortemente l'arbitrio dei padroni persino contro la legge! Per questi motivi come forze politiche e sindacali proporremo nei prossimi mesi un referendum popolare per il ripristino dell'art. 18 e l'abolizione dell'art. 8”.
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