Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Teramo, apprendendo le recenti proposte urbanistiche del Sindaco Brucchi, sottolinear come, “ancora una volta, il Centrodestra non ha presentato un progetto urbanistico organico per la città di Teramo ma si è limitato ad interventi a macchia di leopardo, utili solo ad alcuni poteri. I due progetti, infatti, favoriscono una nuova e scellerata cementificazione del centro storico, con la compromissione tombale del luogo che custodisce reperti archeologici destinati così a scomparire per sempre per fare spazio ad un nuovo parcheggio. Parcheggio di cui, inoltre, non si ha proprio bisogno, vista la più che sufficiente capienza, nonché la vicinanza con quelli di “San Francesco” e di “San Gabriele”. La collocazione di eventuali ulteriori parcheggi andrebbe, invece, inserita in un rivisitato piano del traffico che tenga conto di una viabilità alternativa.
Sorge, allora, il legittimo dubbio che solo per interessi elettorali il candidato Brucchi si stia concentrando sul Mercato di Piazza Verdi e sullo stadio Comunale. La destinazione urbanistica e funzionale dello stadio dovrebbe essere inserita nella futura vocazione e consequenziale riqualificazione del Centro storico; ragion per cui questo luogo va ora difeso dal riduttivo progetto della attuale Giunta.
Di scarso rilievo appare, perciò, il tentativo del Sindaco di dimostrarsi sensibile ai temi dell’artigianato e dell’ecologia con il cinico richiamo ai pannelli fotovoltaici.
Per quanto attiene il Mercato di Piazza Verdi, è indubbio che bisogna intervenire, anche realizzando l’accesso in via definitiva al patrimonio archeologico con il recupero delle aree ora irraggiungibili, ma non può diventare l’ennesimo centro commerciale. Il vero centro commerciale deve essere quello diffuso che già esiste nel cuore della città. La riqualificazione del Mercato di piazza Verdi deve essere, invece, finalizzata a riportare l’attività ortofrutticola nella sua sede naturale, mentre nei luoghi che il Sindaco Brucchi vuole destinare all’inutile centro commerciale, bisognerebbe adibire e costruire spazi dedicati alla micro imprenditorialità giovanile e al reinserimento dei fuoriusciti dal mondo del lavoro, dotati di cablatura e connettività internet, disponibili ai giovani e ai meno giovani. Un luogo di aggregazione, fruibile a rotazione, allo scopo di sviluppare progetti in micro aree allestite, che svolga la funzione di incubatrice delle idee e di aggregazione sociale”.
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mercoledì 12 marzo 2014
Atri mantiene l'ufficio del Giudice di Pace
Il segretario del Pd di Atri Gianni De Galitiis e il capogruppo di Atri Obiettivo Comune Pierluigi Mattucci rendono noto che in data odierna il Ministro di Grazia e Giustizia On. Andrea Orlando ha firmato il decreto che dispone, tra gli altri, il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace di atri. Nell’esprimere grandissima soddisfazione evidenziano che “l’ottimo risultato raggiunto premia le continue premure avanzate dalle opposizioni recentemente e sin dalla passata consigliatura, allorché sollecitarono l’Amministrazione Comunale alla presentazione della relativa richiesta.
Nel dare atto al Comune di Atri di avere proposto la domanda di mantenimento, formulano il forte auspicio che si provveda tempestivamente a tutti gli adempimenti richiesti, già contenuti nella mozione di indirizzo approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale”.
Nel dare atto al Comune di Atri di avere proposto la domanda di mantenimento, formulano il forte auspicio che si provveda tempestivamente a tutti gli adempimenti richiesti, già contenuti nella mozione di indirizzo approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale”.
Roseto: impianti fotovoltaici nelle scuole, il Comune recupera 150 mila euro
Roseto. Nel 2009 il Comune di Roseto aveva ottenuto, grazie alla Regione Abruzzo, un finanziamento per l’installazione di 3 impianti fotovoltaici da costruire presso la Scuola di “Cologna Spiaggia” e le Scuole Medie “Fedele Romani” e “G. D’Annunzio”. Per realizzare gli impianti furono spesi circa 150 mila euro di cui 100 mila euro tramite il finanziamento della Regione e 50 mila euro a carico del Comune di Roseto, il quale contribuì alla propria quota di co-finanziamento riconoscendo alla ditta installatrice dell’impianto il corrispettivo tramite l’incentivo GSE (Gestore Servizi Energetici) generato dalla produzione di energia elettrica da parte degli impianti stessi. Per garantire il co-finaziamento il Comune sottoscrisse in pratica una convezione con lo stesso GSE.
Nonostante ciò, per poter pagare nei tempi previsti dalla legge le ditte che avevano realizzato gli impianti sui tre edifici scolastici, l' Amministrazione comunale è stata costretta ad anticipare 150 mila euro. “Grazie al nostro intervento congiunto con gli uffici preposti siamo riusciti a farci riconoscere dal GSE le somme che il Comune avrebbe già dovuto incassare da qualche anno e, a seguito di questa azione, la Regione Abruzzo è stata finalmente messa nelle condizioni di poter erogare il saldo del 50% del contributo dovuto al nostro Comune” dichiara l’assessore ai lavori pubblici ed ambiente, Fabrizio Fornaciari.
“Nonostante infatti i lavori fossero terminati tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 e, a seguito della conclusione degli stessi, entro sei mesi, il Comune avrebbe potuto ricevere immediatamente il saldo finale inviando la documentazione, tutto ciò non avvenne – sottolinea Fornaciari – solo dietro nostro interessamento, finalmente, oggi la Regione Abruzzo ci ha erogato i 150 mila euro dovuti e che il Comune, per inerzia e totale disinteresse da parte di qualcuno, ha dovuto addirittura anticipare. Una somma non esigua che sarà utile a rimpinguare le casse comunali”.
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo importante risultato raggiunto dopo diversi anni di lavoro da parte di questa Amministrazione” conferma il primo cittadino, Enio Pavone.
Nonostante ciò, per poter pagare nei tempi previsti dalla legge le ditte che avevano realizzato gli impianti sui tre edifici scolastici, l' Amministrazione comunale è stata costretta ad anticipare 150 mila euro. “Grazie al nostro intervento congiunto con gli uffici preposti siamo riusciti a farci riconoscere dal GSE le somme che il Comune avrebbe già dovuto incassare da qualche anno e, a seguito di questa azione, la Regione Abruzzo è stata finalmente messa nelle condizioni di poter erogare il saldo del 50% del contributo dovuto al nostro Comune” dichiara l’assessore ai lavori pubblici ed ambiente, Fabrizio Fornaciari.
“Nonostante infatti i lavori fossero terminati tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 e, a seguito della conclusione degli stessi, entro sei mesi, il Comune avrebbe potuto ricevere immediatamente il saldo finale inviando la documentazione, tutto ciò non avvenne – sottolinea Fornaciari – solo dietro nostro interessamento, finalmente, oggi la Regione Abruzzo ci ha erogato i 150 mila euro dovuti e che il Comune, per inerzia e totale disinteresse da parte di qualcuno, ha dovuto addirittura anticipare. Una somma non esigua che sarà utile a rimpinguare le casse comunali”.
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo importante risultato raggiunto dopo diversi anni di lavoro da parte di questa Amministrazione” conferma il primo cittadino, Enio Pavone.
Manola Di Pasquale: l'area dell'ex Comunale sarà restituita ai cittadini”
"Il sindaco Brucchi ha buttato nel cestino tremila firme, ha buttato nel cestino l'idea di partecipazione della città, ha imposto per anni il pensiero di cementificazione di un pezzo di cultura, di un pezzo vivo di Teramo e oggi dice, al termine del suo mandato, che lo stadio Comunale diventerà uno spazio verde” lo dice Manola Di Pasquale candidato sindaco del PD.
“In pratica- spiega la Di Pasquale- ha fatto disperare i Teramani sostenendo l'idea unica di cementificare il nostro Comunale e adesso si rimangia il cemento e si gioca la carta del verde.
La questione sarebbe già commentabile da se', vista ovviamente la scadenza elettorale ma c'è qualcosa di più che noi vogliamo dire ai cittadini perchè li vogliamo rassicurare e vogliamo entrare nel dettaglio di quello che faremo per salvare Teramo da Brucchi, dal suo cemento, dal suo verde confuso e dalla sua lontananza dalla partecipazione democratica. Potete stare certi, quello dell'ex stadio non sarà uno spazio verde morto, che è quello che oggi subdolamente vi promette Brucchi.
Sarà ben altro: noi ne faremo un'area totalmente recuperata alla città, alle persone, ai loro momenti di svago e di relax. Il Comunale e tutta l'area che lo circonda: ecco lo sbocco assicurato a ogni cittadino verso la natura e il recupero del proprio benessere nel centro della città storica. Otterremo gradualmente questo risultato, con interventi in rapida successione e ognuno degli interventi avrà immediati riscontri migliorativi. Il nostro ex Comunale sarà fruibile e disponibile ai Teramani e a tutti da subito, senza più timore di cemento ne' ambiguità, che non si confanno ad uno dei pezzi più significativi della cultura cittadina".
“In pratica- spiega la Di Pasquale- ha fatto disperare i Teramani sostenendo l'idea unica di cementificare il nostro Comunale e adesso si rimangia il cemento e si gioca la carta del verde.
La questione sarebbe già commentabile da se', vista ovviamente la scadenza elettorale ma c'è qualcosa di più che noi vogliamo dire ai cittadini perchè li vogliamo rassicurare e vogliamo entrare nel dettaglio di quello che faremo per salvare Teramo da Brucchi, dal suo cemento, dal suo verde confuso e dalla sua lontananza dalla partecipazione democratica. Potete stare certi, quello dell'ex stadio non sarà uno spazio verde morto, che è quello che oggi subdolamente vi promette Brucchi.
Sarà ben altro: noi ne faremo un'area totalmente recuperata alla città, alle persone, ai loro momenti di svago e di relax. Il Comunale e tutta l'area che lo circonda: ecco lo sbocco assicurato a ogni cittadino verso la natura e il recupero del proprio benessere nel centro della città storica. Otterremo gradualmente questo risultato, con interventi in rapida successione e ognuno degli interventi avrà immediati riscontri migliorativi. Il nostro ex Comunale sarà fruibile e disponibile ai Teramani e a tutti da subito, senza più timore di cemento ne' ambiguità, che non si confanno ad uno dei pezzi più significativi della cultura cittadina".
Noto allenatore di pallamano accusato di abusi sessuali sulle atlete
I fatti contestati dalla procura risalgono agli anni che vanno dal 2011 al 2012, quando l'allenatore in due diverse trasferte avrebbe tentato di abusare di due atlete: in un primo caso avrebbe invitato una giocatrice nella sua camera d'albergo con la scusa di vedere alcuni filmati e l'avrebbe poi palpeggiata. In un'altra trasferta, poi, avrebbe tentato di molestare un'altra atleta, sempre invitandola in camera.
Le ragazze hanno poi sporto denuncia alla polizia, ma solo a fine estate 2013 a D. è stata recapitata un'informazione di garanzia. Il primo episodio contestato all'allenatore sarebbe accaduto durante una trasferta in Abruzzo, infatti la prima procura a procedere è stata quella di Teramo che ha poi trasmesso per competenza gli atti a Nuoro.
"Ci sarà un processo - ha spiegato l'avvocato dell'allenatore, Francesco Lai - che chiarirà l'estraneità dell'uomo ai fatti che gli vengono contestati: R. D. per raggiungere alti traguardi pretende l'osservazione ferrea delle regole e forse questo non gli è stato perdonato. Mi lascia perplesso il fatto che l'atleta che giocava nella sua squadra ha continuato a giocare con lui per diverso tempo dopo i fatti che dice siano accaduti. In questa vicenda ci sono molti lati oscuri che nel processo, sono sicuro, verranno chiariti".
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Regione Abruzzo: con il bando “Goal” nasceranno 100 nuove imprese
Giudice di pace: chiudono gli uffici di Giulianova, Campli, Montorio , Nereto e Notaresco
Sono solo 7 su 30 in Abruzzo gli uffici del giudice di pace che, su decreto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, sono stati tenuti in vita. Per la provincia di Teramo si conferma la chiusura degli uffici di Campli, Giulianova, Montorio al Vomano, Nereto e Notaresco, accorpati a Teramo. Solo Atri conserverà la sede del Giudice di pace.
“Sin dal 2012 – dichiarano il sindaco Francesco Mastromauro e il consigliere Jurghens Cartone – abbiamo cercato più volte, e siamo stati solleciti nel farlo, un accordo con le 12 amministrazioni comunali ricadenti nella competenza dell'ufficio giudiziario di Giulianova per evitare la soppressione del Giudice di pace. Non solo: sulla questione abbiamo organizzato diversi incontri: da quello in Comune, il 25 febbraio 2012, cui partecipò il senatore Giovanni Legnini, all'altro, tenuto il 25 ottobre seguente in Sala Buozzi, con l'invito rivolto a tutti i sindaci, ai parlamentari della provincia di Teramo ed ovviamente ai consiglieri giuliesi, di maggioranza e di opposizione, che vide la presenza dell'onorevole Tommaso Ginoble. Era infatti necessario, come stabilito dalle disposizioni ministeriali, consorziarsi per sostenere insieme le spese per il mantenimento dell'Ufficio. Spese riguardanti non solo il funzionamento della sede, ma anche gli stipendi del cancelliere e del personale amministrativo, in totale 5 persone, di cui ci saremmo dovuti fare carico. Nel complesso diverse centinaia di migliaia di euro l'anno. Una somma elevata – continuano il sindaco e Cartone - che Giulianova da sola avrebbe anche potuto accollarsi, ma togliendo risorse al sociale, alle scuole e ad altri servizi per la collettività. Un'eventualità, questa, prospettata il 29 febbraio 2012 in Consiglio comunale. Si trattava, insomma, di fare una scelta, chiaramente politica e, come avviene in altre città quando sono in gioco questioni importanti per la collettività, da condividere, responsabilmente, tra maggioranza e minoranza. Ma l'opposizione, che sulla questione ha riservato scarso interesse, ha risposto picche. Dunque, se Giulianova voleva conservare l'Ufficio del giudice di pace doveva accollarsi tutte le spese o, come avevamo richiesto, consorziarsi con altri Comuni. Altre strade non ce n'erano. Purtroppo nessuna delle amministrazioni comunali interpellate ha voluto, o potuto, mettere mano al portafogli. Ed ecco il risultato. Atri, infatti, ha conservato il Giudice di pace grazie ad un accordo con Cermignano, ripartendo i costi. Rimane il fatto – concludono il sindaco e Cartone - che ormai qui si taglia tutto e ovunque, e che per evitare che lo Stato arretri non si possono chiedere ai Comuni, ai quali Stato e Regione tagliano le risorse, sacrifici di tipo economico che poi ricadono sui cittadini”.
“Sin dal 2012 – dichiarano il sindaco Francesco Mastromauro e il consigliere Jurghens Cartone – abbiamo cercato più volte, e siamo stati solleciti nel farlo, un accordo con le 12 amministrazioni comunali ricadenti nella competenza dell'ufficio giudiziario di Giulianova per evitare la soppressione del Giudice di pace. Non solo: sulla questione abbiamo organizzato diversi incontri: da quello in Comune, il 25 febbraio 2012, cui partecipò il senatore Giovanni Legnini, all'altro, tenuto il 25 ottobre seguente in Sala Buozzi, con l'invito rivolto a tutti i sindaci, ai parlamentari della provincia di Teramo ed ovviamente ai consiglieri giuliesi, di maggioranza e di opposizione, che vide la presenza dell'onorevole Tommaso Ginoble. Era infatti necessario, come stabilito dalle disposizioni ministeriali, consorziarsi per sostenere insieme le spese per il mantenimento dell'Ufficio. Spese riguardanti non solo il funzionamento della sede, ma anche gli stipendi del cancelliere e del personale amministrativo, in totale 5 persone, di cui ci saremmo dovuti fare carico. Nel complesso diverse centinaia di migliaia di euro l'anno. Una somma elevata – continuano il sindaco e Cartone - che Giulianova da sola avrebbe anche potuto accollarsi, ma togliendo risorse al sociale, alle scuole e ad altri servizi per la collettività. Un'eventualità, questa, prospettata il 29 febbraio 2012 in Consiglio comunale. Si trattava, insomma, di fare una scelta, chiaramente politica e, come avviene in altre città quando sono in gioco questioni importanti per la collettività, da condividere, responsabilmente, tra maggioranza e minoranza. Ma l'opposizione, che sulla questione ha riservato scarso interesse, ha risposto picche. Dunque, se Giulianova voleva conservare l'Ufficio del giudice di pace doveva accollarsi tutte le spese o, come avevamo richiesto, consorziarsi con altri Comuni. Altre strade non ce n'erano. Purtroppo nessuna delle amministrazioni comunali interpellate ha voluto, o potuto, mettere mano al portafogli. Ed ecco il risultato. Atri, infatti, ha conservato il Giudice di pace grazie ad un accordo con Cermignano, ripartendo i costi. Rimane il fatto – concludono il sindaco e Cartone - che ormai qui si taglia tutto e ovunque, e che per evitare che lo Stato arretri non si possono chiedere ai Comuni, ai quali Stato e Regione tagliano le risorse, sacrifici di tipo economico che poi ricadono sui cittadini”.
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