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venerdì 14 febbraio 2014

Rapporto Istat/3. Popolazione in crescita grazie ai flussi migratori

Terzo appuntamento con il rapporto Istat chiamato “Noi, Italia”. Giunto alla sesta edizione, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano.
Il prodotto arricchisce l’ampia e articolata produzione dell’Istat attraverso la proposta di 120 indicatori, raccolti in 19 settori, che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Oggi ci occuperemo della sezione Popolazione.
Prosegue la crescita della popolazione osservata a partire dagli anni Duemila, dovuta quasi esclusivamente ai movimenti migratori dall’estero. Al 31 dicembre 2012 i residenti sono 59 milioni 685 mila. A livello europeo, l’Italia si conferma il quarto paese per importanza demografica.
Al 1° gennaio 2012 ci sono 148,6 anziani ogni 100 giovani. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato (155,8). La Liguria si conferma la regione più anziana (236,2 per cento), mentre la Campania, con un indice per la prima volta superiore a 100, la regione più giovane.
Nel 2012 l’indice di dipendenza, che misura il carico demografico sulla popolazione in età attiva, raggiunge il 53,5 per cento; il valore più basso si registra nel Mezzogiorno (50,1 per cento), il massimo nel Nord-ovest (55,9 per cento). La regione con l’indice più alto è la Liguria (63,6 per cento), all’estremo opposto si colloca la Sardegna (47,9 per cento). Nel contesto europeo l’Italia si posiziona al quarto posto.
Con un valore negativo del tasso di crescita naturale, l’Italia si pone agli ultimi posti in ambito europeo, vicino a Grecia e Portogallo; viceversa, la crescita migratoria conferma l’Italia tra i paesi con maggiore forza attrattiva.
La vita media delle donne è di 84 anni e mezzo, quella degli uomini di poco più di 79 anni, tra le più lunghe dell’Unione europea.
Nel contesto europeo l’Italia si colloca tra i paesi a bassa fecondità, con 1,42 figli per donna secondo i dati del 2012. L’età media al parto continua a crescere, attestandosi a 31,4 anni.
Nel 2012 sono stati celebrati 3,5 matrimoni ogni mille abitanti. Nel Mezzogiorno ci si sposa di più che nel Centro-Nord (4,1 contro 3,2 per mille). Il Nord-est presenta la quota maggiore di unioni celebrate con rito civile (53,5 per cento).
Dopo Irlanda e Malta, l’Italia è il paese europeo con la più bassa incidenza di divorzi (0,9 ogni mille abitanti nel 2011). Tuttavia, lo scioglimento per via legale delle unioni è un fenomeno in tendenziale crescita nel nostro Paese: tra il 2000 e il 2011 le separazioni sono aumentate del 23,4 per cento e i divorzi del 43,2 per cento.

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