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venerdì 6 dicembre 2013

Las Mobili di Tortoreto: Melilla chiede l’intervento del Ministro del Lavoro

Interrogazione di Gianni Melilla (SEL) sulla Las Mobili, il deputato chiede al Ministro del Lavoro se non intenda promuovere una iniziativa coinvolgendo l'Azienda, i Sindacati, la Regione Abruzzo e gli enti locali al fin di salvaguardare il futuro produttivo e occupazionale della Las Mobili.
L’azienda fondata nel 1976 , una delle maggiori imprese italiane nel settore del mobile per l'ufficio. La sede principale è situata a Tortoreto Lido (TE) in Abruzzo ed ha dodici unità operative in Italia: l'azienda esporta in ben 76 paesi nel mondo.
“A luglio scorso- scrive Melilla- la fabbrica ha iniziato un pesantissimo piano di riorganizzazione aziendale: è stata aperta la procedura di mobilità per quaranta operai, la maggior parte dei quali in situazione di pre-pensionamento, mentre da lunedì 2 Dicembre altri quaranta verranno espulsi dal ciclo produttivo, messi in cassa a zero ore e mandati via in mobilità.
Tutto ciò in base ad un accordo interno tra le parti che non chiarisce nel concreto i termini della situazione e l’aspetto e la forma di questa presunta crisi aziendale.
Per il 2014 è inoltre previsto il ricorso ad un contratto di solidarietà per cercare di evitare una nuova espulsione di lavoratori nel numero compreso tra le 40 e le 60 maestranze. Espulsione peraltro assolutamente certa, visto e considerato il processo di esternalizzazione in atto di interi settori della lavorazione, come il reparto carico.
Uno strano silenzio da parte dell'Azienda non lascia intravedere quale sarà il vero destino produttivo per la Las Mobili: i lavoratori temono la chiusura definitiva nel giro di qualche anno, o una ristrutturazione aziendale che preveda una esternalizzazione consistente di lavorazioni, restringendo sempre più l’azienda e mantenendo un’attività unica con un ristretto numero di operai.
E’ singolare il fatto che, a fronte di un annunciato e praticato esubero di tale portata, non sia stato aperto nessun tavolo di crisi nazionale, e sia stata lasciata gestire la vertenza ai semplici dipartimenti sindacali zonali di categoria”.

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