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sabato 22 dicembre 2012
“Accade in Abruzzo” documentario sulla pastorizia
Parte dai pianori degli Appennini centrali il racconto di Daniele Camisa, regista emiliano che ha voluto riprendere da vicino l’affascinante mondo della pastorizia legato agli usi e costumi degli allevatori abruzzesi. “Accade in Abruzzo” è infatti una testimonianza per immagini sulla scia di quell’inchiostro a suo tempo utilizzato da Benedetto Croce, Ignazio Silone e Gabriele D’Annunzio per raccontare la loro terra. Tutto parte da Anversa degli Abruzzi, ridente agglomerato poco distante da Sulmona, famoso per aver coniato la formula “adotta una pecora”, ma anche per una creazione casearia ai primi posti nel mondo con lusinghieri riconoscimenti, in particolare negli Stati Uniti d’America, che assorbe una grossa fetta della produzione di ricotte e formaggi. Non a caso la Cooperativa A.S .C.A. è uno dei sostenitori del documentario assieme a Daniele Camisa (quest’ultimo riassume anche la figura dell’ideatore, regista ed addetto al montaggio delle riprese) con Robert Liphan produttore esecutivo. Simpatica l’idea della presentazione del dvd che ospita il documentario. Infatti sulla custodia è scritto: “Una fattoria in mezzo alle montagne d’Abruzzo, un allevatore, le sue pecore, un buon latte e un buon formaggio, un angolo di mondo in cui Davide, in modo del tutto casuale, sta per entrare”. E’ la prefazione sul lavoro svolto che ha anche una data di nascita. Tutto ha inizio da una vacanza (Natale 2011) quando Daniele Camisa, assieme alla moglie Monica, trascorre una vacanza in un agriturismo dell’interno abruzzese. Così ne parla il regista: “Conoscevamo quei posti da circa venti anni ed abbiamo sempre apprezzato l’atmosfera che si respira tra quelle montagne. Grandi silenzi, profumi genuini, panorami spettacolari del comprensorio della Majella ed immensa cortesia da parte dei residenti che accolgono gli ospiti con la proverbiale semplicità”. Daniele Camisa fu percorso dalla felice idea di chiedere se esistesse un video dedicato alle attività svolte dalle aziende dedite alla pastorizia. Una domanda che partiva da precedenti noti: ogni anno tante emittenti televisive intervistano l’agronomo Nunzio Marcelli, titolare dell’agriturismo e dell’allevamento ovicaprino. Risposta negativa. Nessuna testimonianza istituzionale sull’interessante attività, ma nemmeno preclusioni su una eventuale “prima”. Una sorta di invito a tutto campo per Daniele Camisa e così a febbraio di quest’anno sono iniziate le riprese. In contemporanea viene fuori l’idea di creare un personaggio. Ecco che dalla fantasia spunta la storia di Davide, un tecnico specializzato in energia rinnovabile naturale che viene richiamato con urgenza dal parco eolico della Puglia, dove presta servizio, per svolgere la sua opera a Cocullo dove i 37 generatori presenti sono fermi per cause da verificare. Davide con grande volontà ed abnegazione si porta sul posto, ma a sbarrargli il passo trova la neve caduta in abbondanza. Unico obiettivo, in quelle condizioni, era trovare da mangiare ed un giaciglio per riposare. Nella vicina Anversa degli Abruzzi riesce a sistemarsi nell’azienda A.S.C.A., specializzata in allevamento ovicaprino. Non fa in tempo a giungere presso la struttura che a Davide si presenta subito la fortuna e l’opportunità di assistere alla nascita di tanti agnellini. Infatti, febbraio è proprio il mese dei nuovi arrivi nel gregge. In quell’angolo d’Abruzzo tutto è magico e così Davide, mentre osserva i contorni del massiccio della Majella e spizzica gli assaggini di formaggio prodotto nell’azienda che lo ospitata, si chiede con insistenza come potrebbe essere una breve esperienza di vita trascorsa in un posto affascinante come quello. Ciò che capita di lì in poi esce dal magico cilindro del caso. Il contratto di lavoro di Davide viene rinnovato solo a fine anno e così è quasi una conseguenza il suo ritorno all’interno dell’azienda d’allevamento come wwoofer (mano d’opera in cambio di vitto e alloggio). Grazie alla permanenza di Davide ed alle sue prestazioni, il regista Daniele Camisa riesce a raccontare con le immagini la vita che si svolge all’interno dell’azienda. Dalle riprese non posso mancare scene di transumanza, della festa dei serpari di Cocullo, e della permanenza del gregge allo stazzo. Lo stesso Camisa sottolinea: “Ho ringraziato il cielo per avere a portata di mano in quei luoghi la cinepresa che mi ha consentito di filmare scene di natura da cartolina”. Il film termina con una didascalia che racconta: “Nell’autunno 2012 Davide lascia lo stazzo per tornare al suo lavoro di tecnico eolico. Ma non dimenticherà mai questa esperienza presso la cooperativa ASCA dove ritornerà più volte sicuro di trovare i silenzi di una natura incontaminata, i suoi panorami e quelle ricottine dal profumo inconfondibile”.
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