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martedì 20 novembre 2012

Reddito Minimo: il contributo della consulta degli studenti


"Prendiamo due o tre lauree ma la nostra speranza di “prendere” anche un posto di lavoro è ridotta al lumicino. Sapere che in Europa solo l’Italia, la Grecia e l’Ungheria paesi dove ci sono alti tassi di disoccupazione, non c’è il reddito minimo garantito ci fa capire che c’è davvero qualcosa che non funziona. Anche noi abbiamo bisogno di questo salvavita non solo per noi, ma anche per i nostri genitori in cassa integrazione" questo l’appello di Vincenzo Quaranta, in rappresentanza della Consulta degli studenti, questa mattina intervenuto al seminario organizzato dalla Provincia e dall’AICCRE sul Reddito minimo garantito.
La partecipazione di una folta delegazione di studenti teramani, in autogestione per protesta contro il disegno di legge 953 che nei prossimi giorni sarà discusso in parlamento - ha dato vita ad un significativo confronto “intergenerazionale” con i relatori – il giudice di Cassazione Giuseppe Bronzini autore del libro “Reddito di cittadinanza: Una proposta per l’Italia e l’Europa” e Giorgio Anselmi esponente del Movimento Federalista Europeo – e con lo stesso presidente Valter Catarra sui “diritti fondamentali” sanciti dalla Carta Europea.
L’incontro si è aperto con i saluti del sindaco Maurizio Brucchi e con la suggestiva introduzione di Giorgio Anselmi: “Siamo nel mezzo di una guerra Costituente – ha detto – l’Europa è un cantiere di quello che c’è di meglio nel mondo rispetto alle spinte democratiche e ai modelli federalisti. I giovani devono seguire questi temi perché è su questi temi che si gioca il livello di partecipazione e l’Europa sancisce con molta chiarezza quali sono i diritti fondamentali: fra questi vi è quello di garantire un livello di vita dignitoso anche intervenendo sul reddito” .

In Europa è un sussidio riconosciuto a tutti come diritto soggettivo. “Bisogna capire” ha detto Giuseppe Bronzini – fra i fondatori Basic Incom network un’associazione composta da sociologi, economisti, filosofi, giuristi che da anni si occupano di studiare, progettare e promuovere interventi indirizzati a sostenere l’introduzione di un reddito garantito in Italia - che il reddito minimo garantito è il fondamento del welfare state europeo, la base del cosiddetto "modello europeo". Una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo Stato 1850 euro al mese. La Germania spende all'anno 27 miliardi di euro per il reddito minimo garantito. In Italia, dove ci sono numerose resistenze trasversali alla sua introduzione, le risorse sarebbero reperibili attraverso una riconfigurazione di strumenti di sostegno già esistenti ma largamente inefficaci. Basti pensare alla credit card per gli incapienti: è stato messo in piedi un sistema costoso e farraginoso per la sua distribuzione e i destinatari l’hanno ignorata”.
Le tradizionali politiche per incentivare l’occupazione, da quelle di sostegno alla domanda e agli investimenti a quelle mirate alla formazione e riqualificazione professionale, certamente producono qualche effetto sul tasso di occupazione complessivo ma secondo Bronzini, possano poco nell’aggredire con decisione i numerosi punti di criticità e, quindi, anche in Italia, “andrebbe introdotto il principio della cosiddetta flexsecurity che si è rivelata la più adatta per affrontare questi problemi”. Questo approccio al problema è stato sostenuto dai due relatori con un robusto quadro normativo di riferimento, sia storico che contemporaneo e il presidente Catarra ha lanciato l’idea di un confronto fra le forze politiche regionali “considerato che le Regioni possono introdurre normative specifiche in materia”. Il Presidente ha sottolineato che l’AICCRE - di cui è presidente regionale - e la Provincia hanno voluto affrontare questa proposta, che trasversalmente divide forze politiche e parti sociali, sgombrandola da “strumentalizzazioni politiche e restituendola all’ambito nel quale l’ha depositata la Carta Europea, quella dei diritti di cittadinanza”.
Il dibattito e i quesiti posti dagli stessi studenti sui “costi impropri” che stanno tagliando le gambe ai giovani ha offerto al presidente Catarra l’occasione per parlare anche delle Province e del loro riordino: “Non ci siamo mai detti contrari al riordino – ha affermato – ma non si può cambiare per decreto legge la Costituzione né, sempre per decreto, mandare a casa gli eletti. Oggi tocca alle Province, domani non sappiamo a chi toccherà. Un simile cambiamento andava affrontato seguendo il percorso che la stessa Costituzione indica, quindi, restituendo la parola ai cittadini fornendo cifre, dati e corrette informazioni sui costi e sugli eventuali risparmi. Altrimenti si fa solo demagogia".
A corredo delle relazioni gli interventi della segreteria regionale dell’Aiccre, Damiana Guarascio, del segretario nazionale del Consiglio Europeo delle Autonomie locali, Emilio Verrengia e del consigliere regionale Franco Caramanico firmatario di una proposta di legge regionale sul reddito minimo.

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