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mercoledì 17 ottobre 2012
Confcommercio Abruzzo esce dal Patto di Sviluppo
L’ormai nota dinamica recessiva che sta caratterizzando già da tempo il settore del commercio ed in particolare quello del piccolo dettaglio nel Paese ed ancor più nel nostro contesto abruzzese, ha assunto negli ultimi mesi connotazioni fortemente preoccupanti che, in assenza di politiche attive d’intervento, rischia di trasformarsi in un fenomeno dagli esiti catastrofici sull’intero tessuto produttivo della nostra Regione e conseguentemente sui livelli occupazionali che conta nel settore oltre 70.000 addetti.
Tale situazione manifestatasi con picchi che già all’inizio del 2012 apparivano da record negativi storici, non solo non si è arrestata ma, negli ultimi mesi, si è ulteriormente aggravata e richiede urgentemente una vera e propria terapia d’urto, capace almeno di tamponare quella che oramai è considerata e riconosciuta unanimemente, la più grave crisi del settore dal dopoguerra.
Infatti, dalle più recenti rilevazioni statistiche che le più autorevoli fonti nazionali e regionali evidenziano, emerge un quadro complessivo devastante sia in termini assoluti che relativi e che, a nostro parere, richiede ed impone senza più ritardi, interventi mirati di carattere straordinario.
La tendenza degli ultimi mesi estivi ha ulteriormente messo in risalto questo stato di cose.
Le oltre 45.000 aziende del solo settore commercio operanti in Abruzzo, incontrano difficoltà che facendo riferimento ai periodi storici dai quali si dispongono dati statistici affidabili, possono essere definite di “carattere epocale” e che, in carenza di misure di tamponamento, saranno destinate ad assumere connotazioni strutturali.
L’accelerazione del trend negativo che già nel primo trimestre 2012 aveva fatto registrare dati ben peggiori dell’intero 2011 (saldo negativo nuove aperture/cessazioni intero 2011: - 928 imprese; saldo negativo nuove aperture /cessazioni I° trimestre 2012: - 929 imprese) è proseguito nel secondo trimestre e si è ulteriormente impennato in negativo negli ultimi due mesi.
Tale drammatico quadro non può più essere ignorato anche perché riguarda direttamente oltre 45.000 imprese abruzzesi del commercio, ma coinvolge anche le oltre 16.000 del settore dei servizi e le 4.600 dei trasporti, peraltro, per la quasi totalità piccole e micro imprese.
Se poi come ci appare indispensabile sottolineare, a queste 65.000 imprese abruzzesi costrette ad operare in tale contesto di “difficoltà di carattere epocale”, sommiamo le aziende del settore turistico regionale (13.611) che come noto hanno dovuto navigare nelle ultime due stagioni tra i marosi di una congiuntura, purtroppo, anch’essa di particolare difficoltà, possiamo affermare che tale emergenza, interessa e riguarda nel suo complesso circa 80.000 imprese abruzzesi.
Di fronte a questi numeri che non richiederebbero particolari commenti ma solo immediati interventi, ed in presenza di sempre crescenti preoccupazioni che quotidianamente la nostra base associativa rappresenta presso le decine di nostre sedi operative sull’intero territorio regionale, l’Assemblea di Confcommercio Abruzzo svoltasi lo scorso 12 Ottobre a Pescara, con voto unanime dei presenti (Presidente Giandomenico DI SANTE, Vice Presidenti Ezio Ardizzi, Angelo Allegrino Roberto Donatelli) si è determinata a comunicare al Presidente della Regione Gianni Chiodi, la formale uscita dal Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo ed il conseguente ritiro della propria delegazione dal Tavolo, inviando tale comunicazione unitamente alle proposte sulle principali problematiche da affrontare e risolvere in questo ultimo periodo di legislatura regionale, a tutte le Autorità Regionali.
Tale decisione è frutto della necessità di dover rimodulare urgentissimamente risorse ed interventi alla luce dei drammatici dati su esposti e che riguardano innanzitutto i settori del commercio, del turismo e dei servizi.
Questi settori hanno necessità ed urgenza di interventi di sostegno mirati che possano consentire a migliaia di imprese abruzzesi di affrontare e superare i prossimi delicatissimi diciotto mesi, evitando un vero e proprio tracollo del sistema economico produttivo che determinerebbe conseguenze insostenibili sul piano occupazionale e potrebbe mettere seriamente a rischio la tenuta sociale oltre che economica della nostra Regione.
Per tali ragioni, Confcommercio Abruzzo comunica la formale uscita dal patto per lo Sviluppo considerato che nel quadro drammatico sopra descritto, purtroppo, non ha trovato nel citato Patto per lo Sviluppo né adeguate risposte, né l’utilizzo di risorse di una qualche consistenza per le pressanti e non più rimandabili esigenze del sistema delle piccole e medie imprese del Terziario Abruzzese che è chiamato a rappresentare.
In estrema sintesi, di fronte ad una situazione di gravità straordinaria, urgono interventi e misure straordinarie, che occorre assumere tempestivamente prima che sia troppo tardi.
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