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venerdì 10 agosto 2012

Un "Patto" contro la crisi e per salvaguardare la provincia di Teramo


Uniti contro la crisi e per salvaguardare la provincia di Teramo: l’Ance chiama in causa in un’assemblea pubblica le istituzioni del territorio e la Provincia risponde.
“Proprio per il suo ruolo – ha spiegato il presidente dell’Associazione costruttori edili, Armando Di Eleuterio – la Provincia è l’istituzione deputata a coordinare i lavori dell'iniziativa che abbiamo proposto oggi, che ruota intorno ad alcuni temi cruciali quali pagamenti, risorse per appalti, ricostruzione post terremoto, e per favorire il superamento degli ostacoli burocratici che oggi rappresentano la maggiore incognita per le aziende”.
Già da settembre, il patto sarà formalizzato con l’istituzione di un tavolo in Provincia per il coordinamento tra enti locali, forze economiche e sociali.
“Una proposta che trova il nostro pieno e incondizionato sostegno – è intervenuto il Presidente Catarra -, il modello da utilizzare è quello del patto per il rilancio dell’area di crisi Val Vibrata, allo scopo di destinare a interventi mirati, anche per il resto del territorio provinciale, risorse specifiche recuperate attraverso i Fas. E’ del tutto impensabile, del resto, che mentre abbiamo sul territorio abruzzese il più grande cantiere a cielo aperto, che è quello della ricostruzione post-terremoto, da questa parte del Gran Sasso le imprese sono ridotte allo stremo. Contro la politica di tagli lineari, che porta ad un impoverimento per il tessuto economico e sociale locale, dobbiamo unirci e fare quadrato contro il rischio di perdita di centralità del territorio, che non è solo la perdita dell’ente provinciale, ma di tutta una serie di presidi e servizi per la collettività. Per questo ho già rivolto un appello al Cal affinché qualsiasi proposta di riordino sensata e utile per le comunità amministrate parta da una seria analisi dello stato economico e sociale dei territori”.
Il presidente Catarra ha poi ricordato che il 60% degli investimenti in opere pubbliche in Italia viene fatto dagli enti locali.
“Il vero dramma – prosegue Catarra – è che oggi province e comuni non hanno un euro in cassa per gli investimenti. Con una grossa assunzione di responsabilità, dopo aver varato una serie di misure anticrisi, come l’anticipazione della cassa integrazione guadagni per i lavoratori delle aziende teramane in crisi e l’utilizzo di due milioni dal fondo di riserva per anticipare i pagamenti alle imprese, la nostra amministrazione ha deciso di sbloccare i pagamenti a tutti i fornitori di opera e di servizio per un importo di circa 3 milioni e mezzo di euro. Si consideri che nell’ultimo biennio alla Provincia sono stati tolti 12 milioni di euro e siamo in attesa di ulteriori gravosi tagli che deriveranno dall’applicazione della spending review. In questa situazione abbiamo dovuto far fronte, grazie al supporto delle imprese locali, a tutta una serie di emergenze e calamità naturali”.
“Si consideri – ha dichiarato l’assessore provinciale ai lavori pubblici, Elicio Romandini – che delle somme promesse dal Governo per le maggiori spese effettuate a causa delle eccezionali nevicate sono arrivati per tutto l’Abruzzo appena 280mila euro”.
Del tutto insufficienti anche i fondi per l’alluvione del marzo 2011. “Il piano degli interventi da realizzare – conclude Catarra – destina circa 14 milioni di euro per i rimborsi ai comuni per le spese sostenute per le somme urgenze; di cui abbiamo chiesto alla protezione civile di poter effettuare un’anticipazione del 30%, e altri 11 milioni di euro per la realizzazione delle opere necessarie sulla base di criteri di priorità. Speriamo di poter integrare queste somme con ulteriori risorse, per contribuire a far ripartire l’economia del territorio”.

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