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venerdì 31 agosto 2012

Montorio: torna il tradizionale Palio “Corsa delle Conche”


Torna il 1 settembre a Montorio al Vomano, dalle ore 20.00 in piazza Orsini, il tradizionale Palio “Corsa delle Conche” che si svolgerà nell’ambito della Festa di Fine Estate.
L’iniziativa promossa dalla Pro loco di Montorio, in collaborazione con la Unpli Teramo e l’amministrazione comunale, vedrà dieci Pro loco del territorio provinciale contendersi la seconda edizione della corsa. Parteciperanno alla sfida le Pro Loco di Montorio, Cusciano, Martese, Corropoli, Cermignano Piano Vomano, Alvi e forse quelle di Tossicia Leognano, e Senarica.
Lo scorso anno la manifestazione è stata vinta dalla Pro loco di Martese di Rocca Santa Maria.
Durante il Palio verrà ricordata la Battaglia di Montorio, evento storico di oltre cinque secoli fa. Quest’anno tuttavia non ci sarà la rievocazione, si terrà solamente una sfilata in costumi d’epoca. “Abbiamo pensato che fosse inopportuno riproporre l’evento in una data non rispondente a quella storica, il 24 giugno, - ha spiegato l’assessore alla cultura di Montorio, Donato Di Gabriele, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
Al termine della gara ci sarà quindi l’animazione a cura del gruppo musicale Selva e Vento del Gran Sasso.


CENNI STORICI SULLA BATTAGLIA DI MONTORIO


Nel 1478 le province di Teramo e L’Aquila ricadevano nel regno di Napoli, malgrado ciò L’Aquila parteggiava per lo stato pontificio. Al conte Pietro Lalle Camponeschi, originario dell’Aquila, era stata affidata la contea di Montorio e di conseguenza i montoriesi parteggiavano anch’essi per lo stato pontificio insieme ad un gran numero di baroni che avevano le terre confinanti con esso. I teramani, invece, erano fedeli sudditi del re Ferdinando II d’Aragona e questo era causa di conflittualità con i montoriesi. A provocare le ire dei feudatari furono le nuove tasse imposte e il comportamento altero ed imprudente di Alfonso d’Aragona duca di Calabria, che vedeva di malocchio i baroni che erano riusciti ad arricchirsi a scapito della corona e non erano accorsi in suo aiuto nelle guerre da lui sostenute. Costui si riprometteva di dar loro una lezione. Avvertiti di ciò i baroni si riunirono a Melfi tramando una congiura. Primo pensiero dei congiurati fu di ricorrere al papa Innocenzo VIII e di sollecitare l’intervento degli Angioini, ma Alfonso d’Aragona, insospettitosi, chiamò a Chieti Pietro Lalle Camponeschi con una scusa per poi arrestarlo spedendolo prigioniero a Napoli. A questa notizia la città di L’Aquila insorse alzando le insegne del papa. Quasi tutti i baroni parteciparono a questa insurrezione, mentre Teramo, nel timore di ricadere sotto il dominio degli Acquaviva, si schierò dalla parte degli Aragonesi, guidati dallo stesso Alfonso. Fu un duello di astuzie, stratagemmi e inganni tra le truppe del ree quelle dei baroni. Per un anno si fronteggiarono senza mai combattere, poi il 24 giugno 1486 a Montorio si tenne la battaglia, che terminò con un vero e proprio eccidio.

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