Il Centro Antiviolenza La
Fenice oggi vive solo grazie allo stanziamento della Provincia che, con circa
30 mila euro l’anno, compensa le operatrici di accoglienza (sociologhe,
psicologhe, avvocate) ma la cifra, che comunque continuerà ad essere garantita
dall’Assessorato al sociale, come ha dichiarato questa mattina, il
vicepresidente Renato Rasicci: “non è certo sufficiente a garantire le esigenze
di un servizio sempre più richiesto, sempre più necessario e sempre più utile”.
Da qui l’appello ai Comuni,
attraverso gli Ambiti Sociali, che Rasicci ha chiamato a raccolta questa
mattina in una riunione che anche registrato la partecipazione della
Commissione Pari Opportunità e della commissaria di Parità della Provincia.
Rasicci ha ringraziato tutti quelli che in queste settimane hanno aderito
all’appello della Provincia, come i consiglieri regionali Ruffini e Venturoni,
che hanno presentato emendamento per il finanziamento del Centro.
“Abbiamo aperto un capitolo
per le donazioni al sociale, considerati i tagli dei trasferimenti statali ai
Comuni e alla Provincia, al momento ci sono i 5000 euro della Banca BLS – ha
affermato Rasicci – e vorremmo anche promuovere una lotteria per una raccolta
fondi. Ma il problema è di prospettiva per questo vogliamo stringere un patto,
anche attraverso un Accordo di programma, con gli ambiti sociali e inserire il
Centro, che potrebbe svolgere la propria attività anche in maniera itinerante,
fra i servizi da finanziare. Resta aperta la partita con la Regione affinchè
rifinanzi la legge istitutiva dei Centri”.
Il centro La Fenice, infatti,
si occupa di donne provenienti da tutta la provincia: attualmente ne ha in
carico 8 da Giulianova; 6 dalla Vibrata; 21 dal capoluogo; 6 dall’area
Vomano-Fino; 3 da Roseto. A queste si aggiungono 5 donne provenienti da fuori
provincia e 4 da fuori regione.
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