“Scriverò alla Corte dei Conti per vedere che fine hanno fatto le ingenti
somme di denaro indirizzate al San Liberatore di Atri”.
Non è
destinata a placarsi la polemica sollevata dal sindaco di Pineto Luciano
Monticelli nei confronti della Asl teramana e della gestione del nosocomio
della città ducale, prepotentemente tornato alla ribalta per una segnalazione
inviata al primo cittadino pinetese da una signora che si è sentita dire al
telefono che al San Liberatore non si
effettuano più gastroscopie pagando il ticket sanitario.
“Ci troviamo
davanti – commenta un amareggiato
Monticelli – all’ennesima riprova che per questo ospedale un rilancio
vero e proprio non c’è mai stato. La causa è da rintracciare nei tagli che
proprio la Asl ha deciso nel nuovo atto aziendale. Tutti i giorni ricevo
segnalazioni da parte dei cittadini e di fronte a fatti come questo non posso
non andare a fondo per vederci chiaro”.
Stando,
infatti, a quanto raccontato dalla sua concittadina, sembra che agli utenti che si rivolgono al San Liberatore per una
gastroscopia sia detto che è comunque possibile sottoporsi all’esame al costo
di 130 euro, come accadrebbe insomma in una struttura privata.
“Come si
spiega il blocco delle gastroscopie – si chiede allora il sindaco di Pineto –
quando la fondazione Tercas aveva
elargito un finanziamento di ben 500mila euro per l’acquisto di un macchinario
destinato proprio alla gastroenterologia di Atri? E, ciononostante, gli
esami sono diventati anche a pagamento”.
Per questo
motivo, il primo cittadino promette di rivolgersi alla Corte dei Conti per far
luce sulla vicenda. Non solo. Avvalendosi dell’aiuto del difensore civico Nicola Sisti,
Monticelli scriverà anche alla Asl teramana per sapere cosa sta accadendo. “Se
non riceveremo risposta – tuona il sindaco – andremo avanti. Il diritto alla
salute è sacrosanto e va rispettato”.
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