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mercoledì 5 marzo 2014
280 milioni per il salvataggio della Tercas
I due colossi della revisione contabile mondiale, Price Waterhouse e Kpmg, stanno lavorando per definire l’esatto ammontare di denaro che il Fondo interbancario di garanzia dovrà iniettare nelle casse della Tercas, la banca di Teramo tecnicamente fallita che, dopo l’intervento del fondo, sarà rilevata dalla Banca popolare di Bari. L’importo richiesto al Fondo si aggira tra i 200 e i 280 milioni di euro, e la valutazione incrociata dei due advisor, indicati il primo dal Fondo stesso e il secondo dal Bari, serve per definire l’ammontare esatto. All’indomani dell’ingresso formale nel capitale della Tercas, comunque – secondo una decisione non ancora formalizzata ma considerata molto probabile da fonti vicine al dossier – la banca pugliese potrebbe varare un nuovo aumento di capitale dopo quello, riuscito con grande successo, che esattamente un anno fa che le porto’ in cassa 244 milioni di euro. L’istituto di credito teramano, il cui ex direttore generale Antonio Di Matteo è indagato per bancarotta, non ha ancora chiuso il bilancio 2013 e il commissario Riccardo Sora sta lavorando ai conti di pari passo con Price e Kpmg. Tecnicamente, l’intervento del Fondo servirà a riportare la Tercas a un patrimonio netto uguale a zero, e sarà solo allora che – presumibilmente dopo l’estate – entrerà in partita la Popolare di Bari che, con quest’acquisizione, diverrà la banca più importante del Centro-Sud. Per il Fondo, l’intervento è sempre preferibile al ripianamento delle perdite sui depositi, nell’ordine del miliardo di euro, che sarebbe seguito a una liquidazione coatta amministrativa della banca in cui crac e’ stato il più grave in ordine di tempo dopo Ambrosiano e Banconapoli. (AGEA)
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