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lunedì 24 febbraio 2014

Istat/10: Stutture Produttive

Decimo appuntamento con il rapporto Istat chiamato “Noi, Italia”. Giunto alla sesta edizione, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano.
Il prodotto arricchisce l’ampia e articolata produzione dell’Istat attraverso la proposta di 120 indicatori, raccolti in 19 settori, che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Oggi è il turno delle Strutture Produttive.
Nel 2011 sono attive in Italia più di 63,6 imprese ogni mille abitanti, un valore tra i più elevati d’Europa. La contrazione nel numero di imprese registrato negli ultimi anni, conseguenza della distruzione netta di attività economiche operata dalla crisi economica, si inverte nel 2011 in tutte le ripartizioni, con l’eccezione del Nord-est.
La dimensione media delle imprese italiane è pari a 3,9 addetti, nel Mezzogiorno scende a 2,8.
Il turnover lordo delle imprese, che fornisce una misura del grado di dinamicità di un sistema economico, in Italia è pari al 14,3 per cento. I valori sono alquanto diversificati a livello regionale: una maggiore instabilità si riscontra nel Mezzogiorno, mentre il Nord-est si caratterizza per una minore nati-mortalità delle imprese.
Il tasso di imprenditorialità – calcolato come rapporto tra numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle imprese – supera di poco il 30 per cento; è il più elevato fra i paesi dell’Unione europea. La propensione all’imprenditorialità è maggiore nel Mezzogiorno (37,8 per cento) che nel Centro-Nord (28,4 per cento).
Nel 2011 il livello di competitività delle imprese italiane si attesta a 128,5 euro di valore aggiunto ogni 100 euro di costo del lavoro, in aumento rispetto all’anno precedente. A livello territoriale, il Mezzogiorno continua a registrare valori inferiori alla media nazionale. In ambito europeo nel 2010 l’Italia si conferma ultima nella graduatoria, con 126,1 euro.
La struttura produttiva dell’economia italiana appare altamente diversificata a livello territoriale. Rispetto alla media nazionale, nel Mezzogiorno prevalgono le micro imprese, sia di servizi sia dell’industria, nel Nord-ovest è più diffusa la grande industria, nel Nord-est le micro e piccole imprese dell’industria e nel Centro le grandi imprese dei servizi.
Al 31 dicembre 2011 le istituzioni non profit attive in Italia sono oltre 301 mila; rappresentano il 6,4 per cento delle unità giuridico-economiche e il 3,4 per cento degli addetti. A livello territoriale la maggiore diffusione si segnala nel Nord-est.

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