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martedì 23 luglio 2013

Rapporto tra il Comune di Teramo e la TE.AM. Cavallari vuole vederci chiaro


Tra le tante storie che hanno riguardato, negli anni dell’Amministrazione Brucchi, i rapporti tra il Comune di Teramo e la TE.AM, ce n’è un’altra che vale la pena di approfondire : la “permuta senza compensi” tra i terreni di Carapollo di proprietà comunale e quelli di Terrabianca, di proprietà TE.AM. L’Amministrazione motivò, con atti formali, l’opportunità di addivenire alla permuta nel seguente modo: “è opportuno, da parte del comune di Teramo, cedere le aree site in località Carapollo, di fatto già da tempo asservite alla TE.AM. come stazione di trasferenza e smistamento dei rifiuti solidi urbani, acquisendo, di contro, le aree site in Contrada Terrabianca, aventi destinazione “zona industriale e zona sportiva”, di interesse per l’Ente in quanto poste nelle immediate vicinanze di altre aree, seppur non direttamente collegate a queste, che l’Ente ha acquisito in visione della realizzazione del nuovo Mattatoio Comunale e, comunque, più facilmente asservibili alle finalità istituzionali dell’Ente”. Lo afferma Giovanni Cavallari, capogruppo Pd Comune di Teramo.
“Il Comune di Teramo, invece, percepiva dalla TE.AM, anche se solo da qualche anno, a titolo di locazione dei terreni di Carapollo, 10.000 euro l’anno circa, cifra che – dopo la permuta – ovviamente non viene più corrisposta, ma non è tutto! A distanza di solo anno dalla permuta, Terrabianca è stata affidata ad una azienda agricola senza che a carico di quest’ultima sia stato posto nessun onere. Nella delibera che affida il terreno all’azienda agricola Faiazza – prosegue Cavallari - (senza motivare le ragioni per cui è stata scelta proprio quell’azienda e non un’altra o se è stata fatta un’evidenza pubblica), si legge: “ ACCERTATE le pessime condizioni in cui versano detti terreni che risultano coperti da una folta vegetazione spontanea ed infestante; ATTESE le difficoltà in cui incorre l’Ente comunale nel provvedere alla periodica cura e manutenzione delle aree summenzionate; RITENUTO di potersi procedere alla concessione in uso dei terreni in parola per un periodo di anni tre con decorrenza dalla sottoscrizione del relativo contratto; [….]”. In pratica, abbiamo perso un affitto di circa € 10.000 annui per avere in proprietà un terreno che, oltre a non vedere mai la nascita del Mattatoio Comunale, a non produrre reddito, produce spese, tanto da doverlo “regalare” ad un’azienda agricola per tre anni. Inoltre, l’atto di passaggio di proprietà che poteva essere eseguito dal segretario Comunale a costi ridottissimi, è stato invece affidato ad un notaio, con un costo di € 17.983 per il Comune e di oltre 9.000 euro per le quote possedute in TE.AM. Insomma – conclude Cavallari – a voler ironizzare, si è trattato proprio di un’ottima scelta strategica”.

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