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mercoledì 31 ottobre 2012
Lavoratori ASU. SEL Roseto: “stanno affamando 200 famiglie”
Il circolo Sel di Roseto esprime tutta la propria rabbia e indignazione per la bocciatura della mozione regionale presentata dal partito per la salvaguardia dei posti di lavoro di 200 lavoratori ASU. “Avevamo iniziato questa battaglia politica perché la scelta di buttare in mezzo ad una strada questi lavoratori, tutti in età avanzata e con famiglie a carico, ci sembrava folle e infima- dice la coordinatrice Dalia Collevecchio-quei lavoratori svolgevano mansioni fondamentali per i comuni, e con uno stipendio di appena 600 euro riuscivano a sopravvivere. Oggi, nell’epoca della crisi strutturale del capitalismo, sappiamo che non avranno possibilità alcuna di ricollocamento nel ciclo produttivo, e saranno condannati alla fame! Sapendo che avevamo trovato i fondi necessari per pagare gli stipendi, sapendo che i comuni si ritroveranno con meno unità produttive e non potranno svolgere servizi essenziali, sapendo della terribile situazione economica che affama le famiglie operaie e le masse popolari, la maggioranza di centro-destra, insieme ad una parte del PD, ha deciso di condannare alla fame gli ASU e le loro famiglie in nome dello sfruttamento, della guerra senza sé e senza ma al mondo del lavoro”.
“Evidente è la complicità dei sindacati CGIL-CISL-UIL- continua la coordinatrice- che votavano a favore del licenziamento nell’ultima riunione del CICAS. Parlano i fatti! E i fatti dicono che in Abruzzo PDL e PD vanno a braccetto nell’attacco ai lavoratori. Ecco le loro larghe intese, ecco le loro ampie vedute: licenziamenti, sfratti, tagli dei servizi! Venturoni ci accusa di essere demagoghi. Noi lo accusiamo di essere un affamatore di popolo! Si vergogni chi oggi, con uno stipendio di 10000 euro al mese, ha negato il diritto alla sopravvivenza a 200 persone e alle loro famiglie. Ma la nostra battaglia non si ferma qui. Torneremo a protestare sotto la regione, a far sentire la nostra voce e a riprendere quello che questo sistema di potere ha voluto oggi negarci. Questo massacro di lavoratori e lavoratrici non passerà nel silenzio”.
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