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venerdì 30 novembre 2012

Ospedale di Atri: interviene il Consigliere D’Alessandro (IDV)


Sulle carenze strutturali e organizzative dell'ospedale di Atri, il vice Capogruppo dell'IdV Cesare D'Alessandro, ha presentato un'interrogazione al Presidente Chiodi. "Più e più volte - attacca D'Alessandro - Chiodi ha messo piede in quel di Atri per fare mirabolanti annunci che descrivevano grandi investimenti (inesistenti) e massima attenzione (ma dove?) per risolvere i problemi dell'ospedale. Aveva scherzato, evidentemente! Perché dopo le promesse rimangono i problemi di sempre, irrisolti e spesso aggravati". Per l'esponente dell'IdV le responsabilità sarebbero non solo del manager della Asl di Teramo Giustino Varrassi, ma anche del centrodestra che lo avrebbe nominato per quell'incarico. "Le vistose carenze di Atri, dopo quattro anni di gestione Chiodi-Varrassi, sono tutte lì - continua - ci dica Chiodi, se intende finalmente mantenere le promesse per l'ospedale: dalla nuova risonanza alle nuove radiodiagnostiche, dalla gamma camera per la medicina nucleare all'acquisto del litotritore. E' sufficiente scorrere l'accorato appello-denuncia del presidente del comitato per la difesa dell'ospedale di Atri, Mario Marchese, per rendersi conto di come sarebbe facile risolvere i problemi anche investendo poco. Un'impresa, però, dannatamente difficile per l'inefficienza di questa Giunta regionale, troppo presa a incensare se stessa per un pareggio di bilancio raggiunto (forse) sulla pelle e sulla salute dei cittadini. La nostra Regione paga decine e decine di milioni di euro alle altre Regioni, per prestazioni sanitarie che gli abruzzesi, soprattutto i teramani, vanno a cercarsi fuori confine. Se la provincia di Teramo - prosegue il Consigliere - è quella che maggiormente contribuisce all'alta spesa per la mobilità passiva extraregionale, ciò accade perché i cittadini sono stufi di aspettare inutilmente che venga il loro turno nelle liste d'attesa, quando nelle vicine Marche possono finalmente essere trattati da quello che sono: cittadini come tutti, non di serie B come attualmente accade. Basterebbero pochi interventi, mirati, tra i quali quelli appena ricordati per l'ospedale di Atri, e già la mobilità passiva subirebbe un drastico calo. Soltanto le parole, le chiacchiere, non servono a nulla".

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