Per il consigliere regionale del PD, Claudio Ruffini, le
ultime notizie sul crollo degli iscritti all'Università di Teramo dimostrano
che la politica del rilancio culturale del teramano auspicata dal Presidente
Gianni Chiodi ha fallito. "La crisi del sistema universitario teramano -
rileva Ruffini - dove pure esistono isole di qualità e docenti di valore,
non può essere negata da nessuno, va inoltre inserita nel più generale declino
di gran parte del sistema economico-sociale della provincia di Teramo".
Tuttavia per il consigliere Ruffini la proposta di una federazione degli atenei
avanzata da Chiodi, è una soluzione sulla quale in prospettiva bisogna
ragionare, anche se allo stato attuale è un'ipotesi prematura. "Con la
federazione degli atenei possiamo certamente razionalizzare alcuni tipi di
costi e soprattutto qualificare meglio l'offerta formativa rendendolo più
competitiva, ma non credo che si recupereranno gli iscritti. Ritengo che l'università
di Teramo debba prima risolvere i suoi problemi legati ad esempio alla carenza
dei servizi e dell'offerta formativa. Penso ad esempio - continua Ruffini
- ai numerosi studenti pendolari che non trovano alloggi a prezzi
convenienti, ai pochi collegamenti tra il centro e Colleparco, alle poche
biblioteche. Sono questi i disservizi che scoraggiano gli studenti a restare a
Teramo e che al contrario li trasformano in pendolari di lungo corso. Inoltre
la stessa città di Teramo offre poco divertimento a questi giovani mentre in
altre realtà universitarie hanno fatto di queste cose un punto di forza e di
attrazione. Se non si offrono questi servizi ci presentiamo al tavolo delle
trattativa troppo deboli rispetto agli altri Atenei. Ed il pericolo per la nostra
università è quello di essere mangiata dal pesce più grande. Credo invece che
la federazione sia utile a raggiungere una migliore razionalizzazione delle
risorse, che si dovrebbe tradurre, tra l'altro, in meno duplicazioni di corsi
di laurea sul territorio e, dunque, in un risparmio di risorse che non
penalizzi eccessivamente l'offerta formativa soprattutto in un momento in cui
dal Governo hanno bloccato il turn-over dovuto ai pensionamenti del corpo
docente e non docente." Secondo Ruffini è indispensabile ad esempio
l'avvio di una collaborazione tra le università dell'Aquila e di Teramo che,
può anche condurre alla creazione di un polo universitario di alta eccellenza
che offra qualità formativa. "Ma le nostre università - sottolinea
il consigliere - non devono rimanere chiuse in se stesse, devono cioè
collaborare tra loro ma anche con altri enti o istituzioni operanti nei settori
della ricerca e dell'alta formazione ed i fondi risultanti dai risparmi
prodotti dalla realizzazione della federazione o fusione degli atenei possono
restare nella disponibilità degli atenei che li hanno prodotti. La federazione
degli atenei è quindi un punto di arrivo a cui si giunge tramite un lungo
percorso di riorganizzazione degli atenei, di certo non può essere la soluzione
definitiva". Ruffini, infine, insiste sul completamento di alcune opere
importanti a rilanciare l'immagine del nostro Ateneo. "Mi risulta che
Teramo sia l'unica sede universitaria abruzzese che non dispone ancora di una
casa dello studente. E' dal 2011 che la Giunta regionale annuncia una soluzione
definitiva per il completamento di questa importante struttura. Mentre
l'università di Teramo crolla, il Presidente Chiodi pochi giorni fa, in pompa
magna, annuncia la destinazione di 4 milioni di euro al Comune di Teramo per
dei lavori che interesseranno il centro storico. Come dire che i soldi per i
marciapiedi ed il pavimento del corso di Teramo hanno una priorità maggiore di
quella dell'Università di Teramo. Sarà che quei finanziamenti portano più facili
consensi alla politica mentre quelli destinati agli alloggi di studenti di
fuori regione (che non votano in Abruzzo) possono passare in secondo
piano? Invece di fare tanta pompa magna per dei finanziamenti che al
momento non sono ancora disponibili e non si sa quando lo saranno, perché non
si sono anticipati i fondi Fas per il completamento della casa dello studente,
così come è stato fatto in passato dalla giunta regionale per alcuni interventi
in altre Province abruzzesi? Assistiamo, invece, ad una serie continua di
annunci e slogan che tanto assomiglia ad un vecchio modo di fare la politica.
Finora, oltre al solito Chiodi inefficace, l'unica sensibilità l'ha dimostrata
il sindaco di Teramo Brucchi che almeno ha provato ad accendere i riflettori
sull'Università di Teramo chiedendo la convocazione di un tavolo tecnico. Senza
voler dare lezione a nessuno - continua Ruffini - dico al sindaco di
Teramo che questo Tavolo non deve trasformarsi in un luogo in cui si parla e
poi non si combina nulla. Non vorrei che la politica usi questi momenti per
dare solo l'impressione di una disponibilità a parlare del problema senza poi
prendere degli impegni concreti. Lancio invece l'idea di un Patto per Teramo
che coinvolga tutti: istituzioni politiche e culturali, università, studenti,
rappresentanti del mondo delle categorie e dei sindacati. In questo luogo credo
che si debba discutere del rilancio culturale della nostra Provincia ed in tal
senso offro la mia disponibilità a dare un contributo fattivo per una soluzione
immediata al problema".
(ACRA)
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