venerdì 8 giugno 2012

Teramo Lavoro: la Provincia sta valutando due ipotesi


“In questo momento gravissimo, che fa pesare incognite inquietanti sul Paese come sul resto d’Europa, questa amministrazione, per quanto possibile e dentro i vincoli imposti dalle norme, non contribuirà a creare altri disoccupati e quindi oggi ribadiamo quello che abbiamo detto nel 2009: vogliamo garantire servizi e livelli occupazionali”.
Questa la premessa con la quale il presidente Catarra, questa mattina in conferenza stampa, ha annunciato le novità che riguardano la società in house, Teramo Lavoro e i suoi dipendenti, 102 più sei collaborazioni a termine, ai quali a fine mese scade il contratto e la fase di start – up. “Con questo obiettivo abbiamo incontrato prima i dirigenti e poi i sindacati per esporre la nostra proposta e trovare soluzioni condivise che possano avere le gambe, amministrativamente ed economicamente parlando, per camminare”.

Prima ipotesi
La Provincia ha proposto di procedere con i concorsi a tempo indeterminato per la copertura dei posti in quei servizi che vengono pagati con i fondi dell’ente: “Fino a che non ci chiudono o non ci dicono, e nessuno lo ha detto, che non possiamo fare bilanci pluriennali noi possiamo impegnarci”.
Diverso il discorso per quei servizi pagati con il Fondo Sociale Europeo, ovvero le attività a supporto dei Centri per l’Impiego. “Per loro sappiamo ufficialmente, perché ce lo ha scritto la Regione, che abbiamo finanziamenti solo fino al 31 dicembre. Quindi, a meno di un ripensamento da parte della Regione noi non possiamo prevedere di avere un costo oltre quel termine e di conseguenza nemmeno Teramo Lavoro. .Alla scadenza della fase dello start-up della Teramo Lavoro, a fine mese, faremmo una selezione interinale per tutti: nel caso delle figure professionali pagate con il Fondo sociale europeo i contratti avrebbero scadenza 31 dicembre, in tutti gli altri casi l’interinale sarà al massimo di un paio di mesi, il tempo per bandire i concorsi e procedere con le selezioni”.

Seconda ipotesi
Come riferito dal Presidente a questa ipotesi se ne affianca un’altra arrivata direttamente dai sindacati, nella riunione di due giorni fa: “Anche questa ci trova d’accordo visto che siamo stati noi a metterla sul piatto parecchi di mesi fa e allora incontrò l’ostracismo di dirigenza e sindacati: considerate le numerose e oggettive novità legislative intervenute dalla costituzione di Teramo Lavoro e considerato che a monte c’è comunque stata una selezione pubblica Provincia e sindacati sottoscrivono un accordo per prolungare, fino a quando è possibile la fase di start up: alcuni sindacati ritendono che si possa fare a tempo indetrminato ma ne dubito molto. Molto più verosimilmente, in questo momento di incertezza sul futuro delle Province vediamo se riusciamo a legare le sorti dei lavoratori a quelle dell’ente prolungando i contratti fino a quando possibile e aspettando le evoluzioni legislative. L’accordo, però, per essere valido e corretto, deve essere certificato dal Ministero del Lavoro e i sindacati stanno verificando se questo percorso possa essere intrapreso”.
Nell’uno e nell’altro caso dovranno essere i dirigenti, sulla base di una ricognizione sui servizi, a certificare di quante unità vi è bisogno, per quali attività e per quale orario giornaliero sulla base delle somme disponibili.
Contestualmente continua l’attività di “pressione” delle quattro Province sulla Regione affinchè venga modificata la bozza della legge di riforma sul Welfare alla quale sta lavorando l’assessore regionale Paolo Gatti e che al primo capitolo prevede la regionalizzazione dei servizi all’impiego e la creazione di una “in house Regionale”: “Il prossimo 11 giugno – ha detto Catarra - incontriamo sia il Governatore Chiodi che l’assessore Gatti ritenendo che una legge regionale non possa modificare una legge nazionale, quella che ha assegnato alle Province i Centri per l’Impiego”. Se la Regione dovesse rivedere questa impostazione o comunque garantisse alle Provincie i finanziamenti della programmazione 2012/2013 questo modificherebbe sostanzialmente i termini per chi lavora a supporto dei Centri per l’Impiego. “Grazie alla presa di posizione anche contro un Governo amico – ha sottolineato Catarra – oggi si è almeno aperto un confronto”.
E a proposito dei finanziamenti del Fondo sociale europeo il Presidente ha rappresentato le difficoltà in atto: “A tutt’oggi ancora non presentiamo un rendiconto conclusivo alla Regione e quindi all’Unione Europea e questo ci mette a rischio di perdere comunque i finanziamenti. E’ indubbio che dopo gli esposti e l’apertura di un’inchiesta, e noi ci auguriamo di poter esser ascoltati al più presto producendo tutta la documentazione, dentro l’ente si è creata un’atmosfera tale che ogni atto che riguarda Teramo Lavoro si dilunga a dismisura. Ma la Regione su questo è stata molto chiara: la struttura amministrativa deve produrre al più presto un rendiconto conclusivo altrimenti perdiamo i finanziamenti. Il controllo analogo ha rimesso da tempo le sue conclusioni: le procedure adottate per la selezione sono quelle previste dalla legge e dall’accordo sindacale e i soldi, avendo operato un riscontro incrociato su conti correnti di Teramo Lavoro e attività svolte, sono stati usati solo per pagare gli stipendi. Ora aspettiamo il rendiconto conclusivo che ci dovrà dire se le attività svolte, peraltro identiche a quelle del passato, sono quelle previste dal Fondo sociale europe e non possiamo più permetterci di aspettare”.
Infine “a chi ogni tanto fa rispuntare l’ipotesi che la Provincia possa assumere direttamente ci sono i prospetti del settore personale: abbiamo 156 mila euro per le assunzioni a tempo indeterminato che basterebbero solo per 6 o 7 persone e 190 per quelli flessibili: fatevi voi i conti. Basta illudere i lavoratori come nel 2009”
Alla conferenza stampa hanno partecipato gli assessore Eva Guardiani, Elicio Romandini e Vincenzo Falasca oltre all’amministratore di Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola.

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