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mercoledì 30 maggio 2012

Il Consiglio Provinciale sostiene i balneatori


La Direttiva Europea sui servizi la cosiddetta direttiva Bolkenstein prevede bandi ad evidenza pubblica anche per le concessioni del demanio costiero a fini turistici: una condizione che pone nell’incertezza i concessionari italiani il cui titolo rischia di perdere ogni valore.
Ieri sera anche il Consiglio Provinciale si è occupato dell’argomento grazie ad un Ordine del giorno presentato dal consigliere del Pd, Robert Verrocchio e ad un emendamento presentato dal presidente Valter Catarra su delega dell’assessore al ramo, Ezio Vannucci.
Dopo l’intervento in Consiglio di Cristiano Tomei, coordinatore nazionale dei balneatori per la Cna, e la stesura di un nuovo testo sul quale hanno concordato maggioranza e minoranza, l’assemblea ha votato all’unanimità un documento che, riconoscendo il lavoro che sia la Provincia che la Regione stanno già svolgendo per rappresentare le ragioni dei concessionari, chiede al Governo e all’Unione Europea che sia riconosciuta una deroga alla Direttiva Servizi alle imprese turistiche concessionarie del demanio costiero.
L’ordine del giorno chiede anche che sia adottata una legge di riordino normativo in materia di concessioni demaniali ad uso turistico- ricreativo che garantisca il futuro alle imprese esistenti, eviti la messa a bando ad evidenza pubblica e scongiuri la messa all’asta delle attuali concessioni.
A sostegno di questa ragioni vengono richiamate la presa di posizione dell’Unione delle Province Nazionali e di quella abruzzese, la risoluzione dell’Anci e il documento consegnato il 19 aprile dalle Regioni al Comitato di coordinamento in materia di turismo della Conferenza Stato Regioni.
In proposito, nell’ordine del giorno, si fa esplicito riferimento alle dichiarazioni dello stesso assessore regionale al turismo, Mauro Di Dalmazio, coordinatore nazionale degli assessori regionali del Turismo: “Le Regioni sono pronte a portare avanti una interlocuzione diretta con la Comunità Europea, nel caso in cui il Governo italiano non avviasse un confronto”.

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