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martedì 4 marzo 2014

Rapporto Istat/16: Mercato del Lavoro

Sedicesimo appuntamento con il rapporto Istat chiamato “Noi, Italia”. Giunto alla sesta edizione, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano.
Il prodotto arricchisce l’ampia e articolata produzione dell’Istat attraverso la proposta di 120 indicatori, raccolti in 19 settori, che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Oggi ci occuperemo di Mercato del lavoro.
Nel 2012 risultano occupate sei persone su 10 in età 20-64 anni, con un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne e un marcato divario territoriale tra il Centro-Nord e Mezzogiorno (20,5 punti percentuali).
Il tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni è pari al 40,4 per cento, in aumento di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2011 ma inferiore alla media Ue27 (48,9 per cento).
Il 13,8 per cento dei dipendenti ha un contratto a termine, valore sostanzialmente analogo alla media europea. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 17,1 per cento. Entrambe le tipologie contrattuali sono più diffuse tra le donne.
Il tasso di inattività è al 36,3 per cento. Pur segnando una riduzione significativa rispetto al 2011 si conferma tra i più elevati d’Europa. L’inattività femminile rimane molto ampia (46,5 per cento), nonostante la forte contrazione rispetto al passato.
Il tasso di disoccupazione raggiunge il 10,7 per cento, in confronto all'8,4 per cento di un anno prima, ed è in linea con quello medio Ue27 (10,5 per cento). L'incremento interessa entrambe le componenti di genere e tutto il territorio; in alcune regioni del Mezzogiorno arriva al 19,3 per cento (Campania e Calabria).
La disoccupazione di lunga durata (che perdura cioè da oltre 12 mesi) interessa il 52,5 per cento dei disoccupati e supera il 54 per cento per la componente femminile.
Nel 2011 la quota di unità di lavoro irregolari si attesta al 12 per cento, in lieve riduzione rispetto ai due anni precedenti. Il Mezzogiorno registra l’incidenza più elevata di lavoro non regolare, oltre il doppio rispetto a quella del Centro-Nord. A livello settoriale, è non regolare quasi un quarto dell’occupazione nell’agricoltura.

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