mercoledì 5 febbraio 2014

Fare cultura oggi a Teramo (e in Italia)



di Sabrina Abeni

I recenti fatti accaduti a Teramo non sono altro che riflessi della distorta visione che si ha in Italia della cultura e dell'arte, della facilità con cui ci si definisce "artisti" e "promotori della cultura", della perdita del valore dell'estetica e della riflessione artistica.
Spesso i sedicenti "artisti" sono spesso personaggi più occupati ad autocompiacersi e a riempirsi la bocca di proclami che a faticare per creare qualcosa d'innovativo e coloro che dichiarano di voler diffondere la cultura non sono che meri strumenti del politicante di turno.
Eppure esistono coloro che lottano per portare la cultura a Teramo e provincia ed esistono anche, pochi, veri artisti che sono dediti al perfezionamento e al duro lavoro piuttosto che ad autoesaltazioni e proclami urlati.
Prima di tutto si è persa la concezione di cosa voglia dire essere artisti, poiché l'autentico artista è colui che non si affanna a definirsi tale, quanto lascia che siano gli altri a farlo davanti al suo lavoro che stupisce e apre nuovi mondi sconosciuti a chiunque ne osservi l'opera.
Così come pochi sanno chi è il vero intellettuale, promotore della cultura in contesti ostici come il nostro; non è colui che utilizza l'arte per fare politica, scomparendo quando più si ha bisogno di lui ed è necessario mostrare con i fatti cosa sia la bellezza e l'arte, quando è necessario anche umiliarsi per portare avanti un progetto culturale valido, scendendo dal piedistallo e aprirsi alla gente e al mondo.
Ed è triste pensare che esiste gente che lotta, s'ingegna e ricerca nuove possibilità culturali nella nostra provincia, e nessuno ne conosce l'esistenza, poiché il massimo a cui può aspirare è un trafiletto sulla pagina culturale (ma proprio in fondo) sul quotidiano locale, mentre chi urla, distrugge invece che creare e spaccia obbrobri per arte raccogliendo tutta l'attenzione, finisce per infangare il duro lavoro di anni.
Arte è creare non distruggere, cultura e aprirsi non rinchiudersi nelle proprie false certezze.
E ve lo dice chi non si è mai interessata a coinvolgimenti politici, che ha lavorato per la divulgazione culturale ad ampio raggio, al di là di qualsiasi ideologia, poiché ha troppo rispetto per l'arte e la cultura per strumentalizzarle.
Ve lo dice chi ha fatto la spola tra pubblici e privati per poter organizzare una mostra d'arte di livello internazionale, per poter portare un pezzo di autentica arte a Teramo, ovviamente non ricevendo il 10% dell'interesse che invece ha riscontrato l'occupazione dell'ex Oviesse.
E ciò accade a numerose associazioni, alla maggior parte dei seri operatori nel settore della cultura, ogni giorno.
Noi che veniamo scherniti perché fare cultura non paga, che riceviamo numerosi "no" perché non ci sono i fondi, che spesso paghiamo di tasca nostra per creare delle iniziative e ci rallegriamo per ogni piccolo traguardo raggiunto.
E nonostante questo non smettiamo di credere in un'utopia e speriamo di far capire alla gente cosa sia l'arte, al di là degli schiamazzi e delle strumentalizzazioni.
Spero solo che alla fine questa vicenda si concluda positivamente, che l'ex Oviesse diventi veramente uno spazio dedicato alla cultura, non importa grazie a chi questo potrà avvenire, ciò che conta è che siano la bellezza e la riflessione a trionfare, non l'inutile vanagloria, lo sterile snobismo e il caos improduttivo.

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