Non sono condivisibili le parole degli occupanti quando, anche loro, alzano steccati fra quelli bravi - loro che occupano - e tutti gli altri: si può condividere la battaglia e non i modi ma, soprattutto, questa città è davvero ricca di artisti e uomini e donne di cultura, veri eroi, che hanno resistito e continuano a produrre e realizzare senza avere un euro dalle istituzioni e che, semplicemente, hanno scelto e scelgono altre strade per fare opinione”.
“In tre settimane, non tre mesi o in tre anni-conclude la Di Pasquale- si può decidere cosa fare per il nuovo Teatro Comunale: esiste già un progetto per la ristrutturazione di quello attuale;esistono ipotesi progettuali, per altri siti della città;esistono studi di fattibilità con impatti urbanistici ed economici.
L'amministrazione Brucchi li sottoponga al giudizio della città, delle associazioni, dei portatori d'interesse: si arrivi ad una sintesi che investa i luoghi istituzionali decisionali, commissioni e Consiglio poi, insieme si arriva ad una scelta.
L'Arca, per esempio, quale contenitore di arte contemporanea, può diventare anche il "contenitore" di questo percorso dove di possono organizzare incontri e dibattiti per scegliere la migliore soluzione ed i migliori progetti la più condivisa possibile. Insieme, decidiamo, e insieme vale anche per gli occupanti”.
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