venerdì 6 dicembre 2013

Teramo: Workshop sul fiume Tordino in Provincia


Governare” territorio e risorse finanziare. Una scommessa questa del contratto di fiume sul Tordino che Provincia e Regione hanno deciso di giocarsi anche per garantire al Piano di miglioramento fluviale del fiume Tordino – che scaturirà alla fine del percorso condiviso con gli stakeholder – una dote finanziaria.
L’assessore regionale Mauro Di Dalmazio, intervenuto al workshop che si è svolto in Provincia, è stato netto: “La possibilità di essere finanziati passa attraverso la pianificazione: bisognerà dimostrare di avere un progetto, un quadro chiaro della tipologia di interventi, di averlo condiviso con istituzioni e cittadini. Il risanamento delle aste fluviali è un obiettivo che deve integrarsi con altri: rigenerazione delle aree agricole, sviluppo turistico e poi, certamente, sicurezza e tutela del territorio. Tutte indicazioni che noi abbiamo inserito nel Piano di programmazione regionale”.
A poche ore dall'ultimo drammatico episodio alluvionale, che peraltro ha colpito duramente molte aree lungo l’asta del Tordino con il fiume che ha rischiato di esondare, le attività di due programmi comunitari, Ercip per la Provincia e Status per la Regione, hanno consentito una riflessione di ampio respiro sui modelli di intervento e sugli interventi di prevenzione e di protezione civile contro il dissesto idrogeologico.

In questi anni , come si evince dalle relazioni tecniche presentate dal geologo Maurizio Rosa e dall’architetto Giuliano Di Flavio, le spese per la messa in sicurezza di porzioni di fiume sono andate di pari passo con l’aumento degli episodi alluvionali: segno che non solo non sono state efficaci ma che in alcuni casi, nella logica dell’intervento di emergenza, hanno causato altri problemi. Lungo il Tordino, oggi, “corre” una superstrada; vicino agli argini vi sono insediamenti abitativi e produttivi; gli agricoltori – fino a qualche anno fa i principali manutentori del territorio – hanno abbandonato le colture.
Ripartire dalla manutenzione, che va garantita in maniera ordinaria; prevedere progetti di ingegneria naturalistica lungo gli alvei e alle foci; ricostruire l’identità ambientale e valoriale del fiume quale patrimonio della collettività.
Tutti elementi che dovranno combinarsi nel “contratto di fiume” nella cui cabina di regia siedono le amministrazioni locali, l’Autorità regionale di Bacino, la Provincia per arrivare ad un Piano di miglioramento integrato che stabilisca, però, un preciso ordine di priorità in maniera da poter realizzare gli interventi sulla base delle risorse a disposizione.
Nel corso del workshop sono intervenuti l'assessore provinciale alla viabilità, Elicio Romandini; l'assessore all'Urbanistica, Vincenzo Falasca; l'assessore all'Ambiente ed energia, Francesco Marconi, promotore, quest'ultimo del modello "contratto di fiume" oggi adottato anche dalla Regione.

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