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lunedì 25 novembre 2013
Picchiava la madre, la sorella e il padre malato per farsi dare soldi
Teramo. Nelle prime ore del pomeriggio di sabato la Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico di P.M., di anni 35, di Teramo.
L’uomo, disoccupato, è accusato di maltrattamenti in famiglia.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di verificare come l’uomo, ormai da diversi mesi, all’interno delle mura domestiche, tenesse una condotta aggressiva verso i propri familiari conviventi, condotta caratterizzata da violenze verbali e da episodi di violenza fisica che si riversavano sia sulla madre che sul padre (quest’ultimo gravemente malato) che verso la sorella. L’atteggiamento brutale del M. non si limitava a semplici ingiurie e minacce nei riguardi dei propri familiari, ma, in diversi casi, sfociava anche in vere e proprie aggressioni fisiche nei loro confronti, in particolare nei confronti della madre e della sorella, verso le quali sembrava nutrire un profondo astio, che venivano malmenate ogni qualvolta si rifiutavano di soddisfare le richieste costanti di denaro da parte dell’uomo. Le violenze erano diventate di una frequenza tale che, sia i genitori, che la sorella, sono stati costretti a trovare ospitalità presso parenti ed amici. Gli ultimi episodi, di una certa gravità, si sono verificati proprio in questo mese, quando l’uomo, per appropriarsi del libretto di deposito a lui cointestato, picchiava la madre, che, solo grazie al tempestivo intervento del padre, riusciva a sfuggire alla presa del figlio e a rifugiarsi nell’abitazione di una vicina di casa. A seguito di denuncia sporta dalla madre, la Questura, anche alla luce della nuova normativa entrata in vigore contro la violenza di genere, avviava immediatamente un’attività investigativa, che, in breve tempo, consentiva agli agenti operanti di acquisire gravi elementi a carico dell’uomo.. La condotta aggressiva e continua da parte del M., consentiva, al Pubblico Ministero titolare delle indagini, Dott. Bruno Auriemma, di richiedere, al G.I.P. del Tribunale di Teramo, l’adozione della misura cautelare in carcere nei confronti dello stesso, il quale, ad espletamento delle formalità di rito, veniva associato presso la casa circondariale di Castrogno.
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