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lunedì 3 giugno 2013

SEL: “ gli operai del Ruzzo pagano sulla propria pelle le faide interne del PDL”


La Federazione di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Teramo chiede all’assemblea dei Sindaci, convocata per il prossimo 8 giugno, di prendere immediata posizione sul futuro lavorativo dei 12 operai precari della Ruzzo Reti SPA ingiustamente licenziati dopo anni di lavoro.
“Ai sindaci chiediamo di rendere immediatamente eseguibili le due delibere del febbraio e marzo 2013 votate a maggioranza dal CDA del Ruzzo, che prevedevano il rinnovo dei contratti per tutti i precari.
Siamo convinti che la risposta da dare alla crisi economica dell’ente non sia quella dei licenziamenti selvaggi a danno di persone che svolgono servizi essenziali per la comunità. I 12 operai, così come la decina di impiegati licenziati a vari scaglioni a partire dal luglio del 2011, hanno maturato i requisiti utili per diventare lavoratori a tempo indeterminato. Caricare l’ente di cause legali di lavoro, cause che vedrebbero sicuramente l’ente sconfitto, porterebbe non solo alla creazione di nuove voci di debito nel bilancio a causa dei risarcimenti da dare ai lavoratori, ma anche notevoli danni nella gestione e manutenzione degli impianti idrici e fognari, che dovrebbero essere affidate a ditte private”.
Chiediamo pubblicamente che la faida interna al PDL innescata da Paolo Gatti non invada più l’azienda pubblica più importante della nostra provincia- continua la nota” Gatti non può pretendere di giocare sulla pelle dei lavoratori. Probabilmente lui non immagina nemmeno cosa voglia dire perdere il lavoro per un padre di famiglia, né può comprendere quanto sia squallido e desolante per un politico calpestare la dignità dei lavoratori al fine di perseguire i suoi interessi personali.

Piuttosto si impegni a spiegare ai cittadini come i suoi due presidenti abbiano potuto accumulare 20 milioni di debiti in appena 2 anni di gestione.
Oltre alla questione della stabilizzazione dei lavoratori chiediamo al nuovo CDA di rivedere completamente i criteri di gestione delle morosità: troppe persone iniziano a non potersi più permettere, a causa della crisi, i costi del servizio idrico e a poter pagare i debiti accumulati. Naturalmente rifiutiamo qualsiasi tentativo futuro di aumento delle tariffe dell’acqua per risanare il debito. Piuttosto, e siamo decisi a farlo, andremo a rintracciare nomi e cognomi di coloro che hanno portato al collasso l’ente e denunceremo la situazione direttamente alla corte dei conti, perché la crisi non possono pagarla sempre i lavoratori e i cittadini.
Come partito presenteremo nelle prossime ore, in tutti i consigli comunali in cui siamo presenti delle risoluzioni a favore dei 12 lavoratori che spingano i sindaci a fare pressione sulla società al fine di rendere esecutive le due delibere di febbraio e marzo 2013 per il rinnovo dei contratti”.

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