lunedì 20 maggio 2013

Teramo: “La Giudice” Paola Di Nicola presenta il suo libro alla Biblioteca Delfico


Paola Di Nicola, di origini abruzzesi – suo padre, anche lui magistrato, è teramano anche se lei è nata in provincia di Ascoli Piceno - non esita a titolare il suo libro "La giudice"; con quell’articolo determinativo che è una sfida a quella parte della grammatica che disconosce il genere femminile.
Il libro – edito da Ghena - racconta a mo’ di diario la vita di una magistrato che si divide fra la professione e la vita personale. La prefazione è di Melania Mazzucco.
“La mia storia speciale? E’ quella di milioni di donne, non ha niente di straordinario. Per questo forse può ritenersi speciale. Come tutte le altre donne ho dovuto scegliere giorno dopo giorno. Ogni scelta è una rinuncia a ciò che non si è scelto”. Ha dichiarato in un’intervista a proposito della sua storia.
Paola Di Nicola sarà ospite, mercoledì 22 maggio, alle ore 18,00, della Biblioteca Provinciale Delfico per la presentazione del suo libro. Padrone di casa il direttore Luigi Ponziani; porgerà il saluto Valter Catarra, Presidente della Provincia di Teramo. Interverranno Anna Pompili, Consigliera di Parità, Laura Colica, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, Presidente del Tribunale di Teramo.
La giudice intreccia la parte biografica con l'evoluzione storica legata all'ammissione delle donne in magistratura, analizzando i pregiudizi - documentati e risultanti dagli atti delle varie assemblee costituenti del 1947 - che hanno ritardato l'accesso delle donne o ne hanno limitato l'ambito di lavoro.
I pregiudizi, ci fa notare l'autrice, sono spesso così radicati che persino le stesse donne ne restano vittime, come accade anche a lei quando, per l'interrogatorio di un detenuto, assume istintivamente un atteggiamento ispirato al modello paterno, ritenendolo più adatto ed autorevole; ma è solo l'inizio... l'inizio di un percorso di crescita che porterà la Di Nicola ad affermare in pieno il suo essere la giudice, figura istituzionale sopra le parti, ben consapevole del ruolo che riveste in quanto giudice, ma arricchita anche dal suo essere donna.

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