Di Giuseppantonio ha anche fatto riferimento alla riforma delle Province, promossa dal precedente Governo ma poi rimasta al palo. “Non aver portato avanti l'iter del decreto rimette al centro la polemica strumentale sulle Province anche in campagna elettorale. E' opportuno dunque riprendere il discorso della riorganizzazione del sistema delle autonomie locali riordinando i confini, le Province e le circoscrizioni territoriali e si deve mettere mano a quei settemila enti che sono il vero male della spesa pubblica”. In questi settemila enti, ha aggiunto Testa, “ci sono 24mila componenti dei Cda che hanno un costo pari a 2,5 miliardi di euro. E mentre tali realtà sopravvivono le Province subiscono tagli indecorosi che ci portano a pregare affinché non nevichi e non ci siano emergenze straordinarie. Di certo le Province potranno e dovranno subire una rivisitazione, con degli accorpamenti, ma diciamo no ai criteri ragioneristici e chiediamo una riforma organica che comprenda tutta l'architettura istituzionale. Sì dunque ad una cura dimagrante ma rivendichiamo il ruolo della Provincia come ente intermedio, che ha una legittimazione democratica”. “Quello che sta accadendo non è giusto per i cittadini – ha commentato Del Corvo. In questo momento le regole finanziarie hanno il sopravvento sulle regole del vivere civile. Il governo centrale, quindi, deve prendere delle decisioni e la Regione deve tornare ad assumersi delle funzioni. Forse si vogliono far morire le Province per asfissia ma non accetto che si creino le condizioni per far morire i cittadini sulle nostre strade. Il problema, di cui non si parla in campagna elettorale, non sono le Province ma le funzioni, chi le deve svolgere e con quali fondi”. “Se ci sono settori affidati alle Province – ha concluso Martino - occorre che qualcuno garantisca la copertura finanziaria, altrimenti dicano che sono affidati alle Regioni, ai Comuni o ad altri enti. Mi auguro che il prossimo Governo metta mano a questo problema indicando quali sono le competenze e chi le deve svolgere, assicurando la copertura, perché noi abbiamo dovuto azzerare molte voci”. Il manifesto, ha concluso Di Giuseppantonio, è stato già sottoscritto da alcuni candidati al Parlamento, in Abruzzo.
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mercoledì 6 febbraio 2013
Elezioni 2013: appello ai candidati dall'Unione delle Province D'Abruzzo
Di Giuseppantonio ha anche fatto riferimento alla riforma delle Province, promossa dal precedente Governo ma poi rimasta al palo. “Non aver portato avanti l'iter del decreto rimette al centro la polemica strumentale sulle Province anche in campagna elettorale. E' opportuno dunque riprendere il discorso della riorganizzazione del sistema delle autonomie locali riordinando i confini, le Province e le circoscrizioni territoriali e si deve mettere mano a quei settemila enti che sono il vero male della spesa pubblica”. In questi settemila enti, ha aggiunto Testa, “ci sono 24mila componenti dei Cda che hanno un costo pari a 2,5 miliardi di euro. E mentre tali realtà sopravvivono le Province subiscono tagli indecorosi che ci portano a pregare affinché non nevichi e non ci siano emergenze straordinarie. Di certo le Province potranno e dovranno subire una rivisitazione, con degli accorpamenti, ma diciamo no ai criteri ragioneristici e chiediamo una riforma organica che comprenda tutta l'architettura istituzionale. Sì dunque ad una cura dimagrante ma rivendichiamo il ruolo della Provincia come ente intermedio, che ha una legittimazione democratica”. “Quello che sta accadendo non è giusto per i cittadini – ha commentato Del Corvo. In questo momento le regole finanziarie hanno il sopravvento sulle regole del vivere civile. Il governo centrale, quindi, deve prendere delle decisioni e la Regione deve tornare ad assumersi delle funzioni. Forse si vogliono far morire le Province per asfissia ma non accetto che si creino le condizioni per far morire i cittadini sulle nostre strade. Il problema, di cui non si parla in campagna elettorale, non sono le Province ma le funzioni, chi le deve svolgere e con quali fondi”. “Se ci sono settori affidati alle Province – ha concluso Martino - occorre che qualcuno garantisca la copertura finanziaria, altrimenti dicano che sono affidati alle Regioni, ai Comuni o ad altri enti. Mi auguro che il prossimo Governo metta mano a questo problema indicando quali sono le competenze e chi le deve svolgere, assicurando la copertura, perché noi abbiamo dovuto azzerare molte voci”. Il manifesto, ha concluso Di Giuseppantonio, è stato già sottoscritto da alcuni candidati al Parlamento, in Abruzzo.
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