martedì 25 dicembre 2012

Politica: Babbo Natale scende in campo?



Una settimana. Tanto è durata la carriera politica di Babbo Natale. Sette giorni e due comunicati stampa. Il primo altisonante e pieno di buone intenzioni comunicava l’intenzione di “scendere in campo” per il bene del Paese. Il secondo, brevissimo, rendeva noto il ripensamento. Poi il silenzio. Cerchiamo di comprendere meglio la situazione parlando direttamente con l’arzillo vecchietto. Da Rovaniemi Francesca Marrone:

-       Buongiorno Signor Natale, siamo tutti ansiosi di capire cosa è accaduto nelle scorse settimane. Lei ha spiazzato tutti annunciando la sua candidatura poi, dopo pochissimi giorni, l’ha ritirata. Che cosa è accaduto?
-       Guardi, dopo le dimissioni di Mario Monti ho deciso di scendere in campo per aiutare il vostro Paese. Ero motivato e pronto a dare il mio contributo poi, però, mi sono dovuto scontrare con la classe politica italiana e ho cambiato idea.
-       Sono così tremendi? Dobbiamo preoccuparci?
-       In realtà dovreste essere terrorizzati. 
-        Caspiterina. Parole dure. Procediamo con ordine. Partiamo dalla sinistra.
-       La sinistra non è più quella che ricordavo. Sebbene non m’illudessi di trovare un nuovo Berlinguer, neppure pensavo di finire a discutere con Tabacci. Scusi ma a tutto c’è un limite.
-       Tabacci ha fatto storcere il naso a molti ma, la sinistra è fatta anche di altri uomini. Bersani non l’ha convinta?
-       L’incontro con i vertici del Pd mi ha deluso molto. Credevo di poter parlare con Bersani e, invece, mi hanno lasciato ore a chiacchierare con Maurizio Crozza.
-       Ma guardi, si sbaglia. I vertici del partito democratico non possono aver fatto una cosa di questo tipo. È sicuro?
-       Sicurissimo. Solo così si spiega la storia dell’accordo con Casini. Mi vuole dire che, davvero, pensano di fare un’alleanza con Casini?
-       Mi dispiace ma è quello che il segretario Bersani intende fare. Vuole mettere insieme Vendola e Casini
-       Speravo in una battuta. Siamo alla frutta.
-       Secondo lei non è possibile?
-       Lei ha voglia di scherzare. Immagini Casini e Vendola che discutono, insieme, di diritti civili. Grasse risate.
-       Non ha tutti i torti. A proposito di Vendola, i “bene informati” hanno riportato che ha lasciato l’incontro con il Governatore della Puglia abbastanza accigliato. Che cosa è accaduto?
-       L’idea di diventare il “Compagno Natale” non mi dispiaceva per niente ma, con Vendola è impossibile intendersi. Dopo due ore di “archetipi dell’esistenza” e “correnti gravitazionali” mi sono assopito. Non fa per me.
-       Capisco benissimo. Non è semplice neppure per noi giornalisti intervistarlo. Passiamo a una faccia nuova. Matteo Renzi ha cercato di coinvolgerla nel suo progetto?
-       Chi?
-       Renzi, il “Rottamatore”, l’ha incontrato nel parcheggio, prima di salire sulla sua fidata slitta.
-       Si riferisce al ragazzetto appoggiato al camper?
-       Non lo so, però temo di sì. Mi riferisco a quel “ragazzetto”, come dice lei.
-       Credevo fosse un mendicante. Gli ho lasciato qualche spicciolo. Mi ha fatto tenerezza, tutto solo.
-       La informo che ha lasciato degli spiccioli a uno dei maggiori esponenti del Pd.
-        Lui non ha detto nulla e li ha tenuti. Gli ho dato due euro, avrà pensato volessi votare per le primarie.
-       Andiamo bene. Questa intervista mi farà finire in carcere ma, aggravando la mia posizione, passiamo al Pdl.
-        Se solo ci penso, mi vengono i brividi.
-        Come mai? Cos’è successo?
-       Inizialmente niente di particolare. Mi hanno presentato il loro principale candidato alle primarie, devo dire che il maggiordomo non è una persona cattiva.
-       Mi scusi, si sta confondendo, ha sicuramente parlato con Alfano. Cosa c’entra il maggiordomo?
-       Guardi non lo so. A me non hanno presentato nessun Alfano. Mi hanno detto: ” Vada pure, parli con il maggiordomo”.
-        Va bene. Non indagherei oltre per evitare una denuncia. Diceva che all’inizio non ci sono stati problemi, poi cosa è cambiato?
-       All’improvviso mi sono reso conto che alle mie spalle c’era un piccoletto che rideva e ascoltava il colloquio. L’ho guardato meglio e a quel punto l’ho riconosciuto. Come in un film di Dario Argento un vento gelido ha riempito la stanza e l’eco di un motivetto tragico ha fatto sanguinare le pareti.
-        Venti gelidi e sangue dalle pareti? La prego non esageri.
-       Non esagero. Le confesso che vento e sangue non mi hanno sconvolto tanto. È stata la canzoncina che mi ha spaventato. Non riesco a dimenticarla, più o meno, faceva: “Na…na…na…meno male che Silvio c’è…na …na …na”. Una cosa terribile.
-       Ho capito tutto. Anche in questo caso evitiamo denunce e passiamo oltre. A quel punto cosa ha fatto?
-       Ero terrorizzato. Mi sono allontanato senza dire più niente.
-       In quel momento ha preso la decisione di ritirare la sua candidatura?
-       No, prima ho chiamato Napolitano
-       Il Presidente della Repubblica. Cosa vi siete detti?
-       Abbiamo parlato di molte cose, ad esempio, OMISSIS.
-       Bene. Ora è tutto più chiaro. Non la vedremo diventare il nostro Presidente del Consiglio. Gli italiani ci speravano.
-       Gli italiani hanno avuto delusioni peggiori. Mi dispiace ma, faccio fatica a provare pena per voi.
-       Perché?
-       Perché mentre a Montecitorio i politici giocano a dadi sulle vesti del Paese, voi pensate a fare la fila per il nuovo Iphone.
-       Mi permetta di sentirmi vagamente offeso. Gli italiani non sono tutti così.
-        Certo. Ci sono quelli che preferiscono L’Ipad.
-       Stiamo degenerando. Meglio chiudere l’intervista. Vuole lasciare un pensiero, diciamo così, di speranza per il futuro?
-       Certo. Manca poco al 21 dicembre, non vi preoccupate e sperate nei Maya.
-       Perfetto. Grazie. Buon Natale
-       Buon Natale



Francesca Marrone

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