Il presidente Catarra ha chiesto di
inserire l’argomento Teramo Lavoro all’ordine del giorno del prossimo consiglio
provinciale, la cui data di convocazione sarà fissata dalla conferenza dei
capigruppo.
Sul futuro dei centri per l’impiego,
come precedentemente annunciato, ieri mattina il presidente e l’assessore al
Lavoro, Eva Guardiani, hanno incontrato in Regione il governatore Gianni Chiodi
e l’assessore al ramo, Paolo Gatti. Ieri pomeriggio, si è parlato ancora di
Teramo Lavoro al tavolo provinciale, alla presenza delle organizzazioni
sindacali (Cgil, Cisl e Uil).
“In particolare – spiega il
presidente, Valter
Catarra - si stanno verificando tutte le soluzioni tecnicamente
percorribili, ribadendo, anche nell’ultimo tavolo che abbiamo convocato ieri
pomeriggio con i sindacati, che la volontà di questa amministrazione è quella
di assicurare tanto i servizi quanto i livelli occupazionali. Mentre non ci
sono problemi per garantire la continuità dei servizi erogati dalla Teramo
Lavoro e retribuiti con fondi propri dell’Ente, per i quali ci sono in bilancio
le risorse necessarie, le principali incertezze pesano sul futuro dei servizi
pagati con il Fondo sociale europeo, ossia le attività a supporto dei centri
per l’impiego”.
Il presidente Chiodi ha fatto
presente che la questione è al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e che,
qualora in questa sede venisse assunta la decisione di procedere alla
regionalizzazione dei centri per l’impiego, anche l’Abruzzo, analogamente a
tutte le altre regioni italiane, si orienterà nel riservarsi la gestione
diretta delle politiche attive del lavoro e dei fondi Fse.
“Questo ovviamente – prosegue il
presidente Catarra - Europa permettendo, in quanto, come previsto dalla
legislazione comunitaria e regionale in materia, le Province sono state
individuate come organismi intermedi nella gestione dei fondi Fse Por
2007-2013, cioè sono state chiamate a gestire quota parte delle risorse POR e,
con riferimento agli interventi attuati con tali risorse, ad essere
responsabili delle relative attività di programmazione, gestione, controllo e
monitoraggio. Come si vede si tratta di una questione decisamente complessa,
che in ogni caso non si potrà dirimere prima del prossimo autunno, quando si
attendono risoluzioni certe circa il futuro delle Province sia da parte del
Governo Monti che della Consulta, chiamata ad esprimersi, con udienza fissata
al 6 novembre, sul ricorso per illegittimità istituzionale dell’art. 23 del
Decreto Salva-Italia”
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